rotate-mobile
Cronaca

Operazione "Oculus" per la messa in sicurezza della terraferma veneziana

52 luoghi identificati e 250 persone identificate, questo il bilancio dell'azione di censimento e ripulita delle aree veneziane in stato di degrado, occupate abusivamente e sede di illeciti

Ben 52 i luoghi individuati, dei quali 16 sono aree verdi (7 pubbliche e 9 private) e 36, invece, edifici (5 pubblici e 31 privati). 250 le persone, italiane e straniere di varie nazionalità, identificate.

È questo il bilancio dell'operazione di sicurezza urbana denominata "Oculus", condotta dalla Polizia municipale e dagli operatori dei Servizi sociali del Comune di Venezia e presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa al Municipio di Mestre.

Avviata a luglio 2011, tale operazione ha inteso realizzare il censimento e la messa in sicurezza di immobili e aree della terraferma veneziana in stato di degrado e abbandono, occupate abusivamente e spesso divenute sede di attività illecite.

Per raggiungere l’obiettivo, è stato necessario individuare queste zone attraverso un’azione di mappatura, resa possibile anche dalle segnalazioni dei cittadini. Una volta definiti luoghi e edifici, si è poi provveduto a contattare i proprietari, pubblici e privati, obbligati a mettere in sicurezza e a ripulire le proprietà.

"Abbiamo avuto massima collaborazione da parte dei proprietari”, ha dichiarato il commissario capo della Sicurezza urbana Gianni Franzoi. Essi “hanno provveduto a chiudere recinzioni, murare porte e finestre di edifici abbandonati, posizionare grate, ripulire da sporcizia e rifiuti, impedendo così alle persone di introdursi e bivaccare, ma non solo".

Le zone individuate, essendo vicine alle aree di spaccio, servivano spesso per nascondere la droga, come si è riscontrato, in particolare, per la zona compresa tra Marghera, via Ca’ Marcello e Rampa Cavalcavia, usata a tal fine dagli spacciatori che operano su via Piave.

Per sconfiggere la criminalità, ha sottolineato il vicesindaco e assessore comunale alle Politiche sociali, Sandro Simionato “è necessario operare su due livelli: quello della sicurezza, attraverso azioni di repressione e prevenzione dei reati, grazie all’azione investigativa, e quello dell’attenzione verso i soggetti più deboli. La condizione di chi vive un disagio sociale ed economico può infatti degenerare in una situazione di potenziale o reale illegalità ed è nostro compito impedire che questo avvenga. L’operazione ‘Oculus’ ha proprio questo doppio obiettivo”.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Operazione "Oculus" per la messa in sicurezza della terraferma veneziana

VeneziaToday è in caricamento