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Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Moraglia da San Marco: "Emozione parlarne, le sue spoglie sono qui"

Il patriarca durante l'omelia del 25 aprile ha ricordato la figura del patrono: "Il suo vangelo riferimento in questa società secolarizzata"

"E' un'emozione parlare di Marco dove si trovano le sue spoglie mortali". Ci sono stati tanti "Marco" nell'omelia che il patriarca Francesco Moraglia ha proferito nella Basilica la mattina del 25 aprile, giorno oltre che della Liberazione anche del patrono della città. Subito è stata espressa la vicinanza da parte del rappresentante della curia veneziana al patriarca emerito Marco Cè, alle prese con i noti problemi di salute conseguenti alla frattura del femore dopo una caduta domestica. Durante l'omelia, poi, nessun accenno a venetisti, secessionisti e alle possibili manifestazioni che potranno caratterizzare la giornata a pochi metri dal sagrato dalla basilica.

Al loro posto, invece, una lunga spiegazione della figura di Marco evangelista e del significato del suo vangelo. In cui il fulcro centrale è il racconto della morte di gesù. Quando sussurrò: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: "Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!". Il passo "preso a prestito" dal patriarca è servito a Moraglia per sottolineare come "in una società secolarizzata come è la nostra, si debba guardare all’umanità di Cristo. L’evangelista e patrono Marco sostenga la nostra Chiesa nell’opera dell’evangelizzazione, a servizio degli uomini e delle donne di queste terre che, da oltre mille anni, hanno un legame fortissimo con San Marco".

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