rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Donà di Piave / Piazza Indipendenza

Omicidio di San Donà, Maritan resta in carcere: "Il coltello ce l'aveva Lovisetto"

Udienza di convalida dell'arresto mercoledì a Venezia dopo il delitto di domenica. Il 69enne ex Mala del Brenta: "Sono stato aggredito e mi sono difeso". Ma il giudice non gli ha creduto

Arresto convalidato nei confronti di Silvano Maritan, il 69enne ex Mala del Brenta arrestato domenica sera per omicidio volontario e aggravato dai futili motivi. A perdere la vita è stato Alessandro Lovisetto, 53enne raggiunto da una coltellata alla gola al culmine di una lite vicino a piazza Indipendenza, nel pieno centro della città del Piave. Mercoledì è stato il giorno dell'udienza di convalida per Maritan, che ha spiegato davanti al giudice per le indagini preliminari di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere Lovisetto, il quale intratteneva una relazione con l'ex donna di Maritan.

"Sono stato aggredito", è stata la versione del 69enne, rappresentato dagli avvocati Giovanni Belsito e Giovanni Gentilini. L'arrestato ha puntato sulla legittima difesa, ma il giudice ha comunque disposto per lui la custodia in carcere. Secondo l'ex signore della droga il coltello del delitto sarebbe stato all'inizio in possesso della vittima (un coltellino multiuso anche con cavatappi). Per difendersi Maritan gliel'avrebbe strappato e poi, d'istinto, avrebbe colpito il suo interlocutore. Causandogli un taglio al volto e poi raggiungendolo all'altezza della carotide. Recidendola.

Maritan si è mostrato sorpreso in caserma la notte dell'omicidio quando gli è stato detto che Lovisetto era morto. Secondo la sua versione, la lite poi risultata fatale sarebbe scaturita da una specie di "agguato" della vittima, che avrebbe sorpreso alle spalle Maritan e l'avrebbe colpito con un pugno. Subito dopo l'ex boss sarebbe caduto a terra. Perdendo gli occhiali. Tra l'oscurità e la colluttazione, sarebbe venuto in possesso della lama che ha poi causato la morte del rivale.

Maritan durante l'udienza ha spiegato di aver incontrato l'ex fidanzata prima del faccia a faccia con Lovisetto. Di averci parlato, ma che per lui il capitolo era chiuso. Sarebbe stato Lovisetto, poi, a raggiungerlo in maniera inaspettata. Parole che non sono state sufficienti a indurre il giudice a disporre la scarcerazione del 69enne. Nemmeno gli arresti domiciliari. Più d'uno i testimoni che avrebbero fornito versioni dei fatti per la maggior parte univoche sull'accaduto. Puntando il dito contro Maritan. Intanto l'arma del delitto e gli altri reperti raccolti sulla scena del crimine sono stati inviati al laboratorio del Ris di Parma per ricostruire in maniera più oggettiva possibile la dinamica dell'omicidio. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio di San Donà, Maritan resta in carcere: "Il coltello ce l'aveva Lovisetto"

VeneziaToday è in caricamento