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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marghera

Giallo omicidio di Marghera, casa a setaccio. Ha aperto all'assassino?

Indagini a 360 gradi, la polizia scientifica ha sequestrato diversi reperti dall'abitazione. Niente segni di effrazione, forse la vittima conosceva l'omicida

"Conosceva il suo assassino?": attorno a questa domanda stanno ruotando le ipotesi degli inquirenti, quando sono passate poco più di 24 ore dall'uccisione a Marghera di Alberico Cannizzaro. Padre 79enne di due preti, uno dei figli lo ha trovato giovedì dentro casa in una pozza di sangue, accoltellato e ucciso poche ore prima. C'è incredulità tra gli abitanti nei dintorni, tra il dolore per l'efferato omicidio e la paura che un episodio del genere possa ripetersi. Ora il giallo continua, con i rilievi iniziati subito dopo il rinvenimento del corpo e proseguiti il giorno successivo: dalle 12 in poi la polizia scientifica ha passato al setaccio tutta la casa, posta nel frattempo sotto sequestro, e raccolto diversi reperti che dovranno essere successivamente analizzati.

Perché, se comunque non è possibile escludere l'ipotesi di una rapina sfociata in tragedia, gli elementi sembrerebbero più indicare un delitto di tipo diverso, ad esempio un'azione violenta dettata da motivi di tipo personale, perpetrata dunque da qualcuno che conosceva la vittima. E che forse si è fatto aprire la porta, visto che segni di effrazione nell'abitazione non ne sarebbero stati trovati, né sul cancello né sul portone di casa. Resta poi il mistero dell'arma del delitto, un coltello con cui l'assassino deve aver colpito con più fendenti di estrema ferocia la sua vittima: ferocia tale da produrre lo staccamento della lama (o di un frammento di essa), rimasta conficcata nella gola, dal manico, che sarebbe stato trovato a metri di distanza dal corpo. Almeno un colpo alla schiena, oltre a quello alla gola. Una dinamica che farebbe pensare alla precisa intenzione di uccidere, mentre è proprio sull'arma che si stanno concentrando le analisi degli inquirenti.

Fatto sta che per ora gli investigatori stanno lavorando in tutte le possibili direzioni, dal delitto da parte di qualcuno di conosciuto dall'uomo all'atto di un estraneo. Sul corpo di Canizzaro il p.m. Laura Cameli, titolare dell'indagine, ha già disposto l'autopsia. Naturalmente sono in corso rilievi accurati a caccia di impronte digitali, specie nella cucina, stanza in cui è stato rinvenuto il cadavere. Si cerca quindi di far luce sulla rete di relazioni che aveva l'anziano, descritto come una persona di cuore e in rapporto con diverse persone, soprattutto nell'ambito delle parrocchie. Non si esclude ad esempio che Cannizzaro possa aver avuto qualche screzio con un conoscente, magari qualcuno con cui era in confidenza.

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