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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Via Carlo Alberto Radaelli

Il giallo di Marghera, l'assassino ha lasciato un'impronta. "Massacrato"

Un'impronta insanguinata di una calzatura vicino al corpo di Alberico Cannizzaro. Nel mirino anche l'impugnatura del coltello. Si attende l'esito dell'autopsia su Alberico Cannizzaro

L'assassino potrebbe aver lasciato una traccia. Un'impronta di una suola insanguinata che non corrisponderebbe alle calzature che al momento dell'omicidio indossava Alberico Cannizzaro, il 79enne trovato morto nella sua abitazione di piazzale Radaelli giovedì scorso dal figlio don Corrado. Saranno necessari ulteriori accertamenti per stabilire, come riportano i quotidiani locali, di che tipo di calzatura si tratti, se di una scarpa o magari di una ciabatta. Fatto sta che coloro che sono stati sentiti dagli inquirenti nei giorni successivi al delitto avrebbero anche dovuto rispondere a domande proprio su questo punto. L'impronta non corrisponderebbe nemmeno a chi è entrato nell'abitazione dell'anziano dopo il delitto. 

"L'ha massacrato", questa una delle frasi che a un certo punto ha rotto il silenzio di quella lunga notte di indagini e rilievi. Gli uomini della scientifica avevano già indossato le loro tute bianche e avevano già messo piede nella villetta del 79enne trovato morto nella sua abitazione dal figlio don Corrado giovedì pomeriggio. Era in un lago di sangue riverso sul pavimento della cucina, a pancia in giù. Prima l'ipotesi di un possibile incidente domestico, dopodiché invece ha preso sempre più piede lo scenario peggiore: omicidio. Un delitto feroce, con ogni probabilità d'impeto. La vittima è stata di sicuro raggiunta da una coltellata tra la gola e la spalla, ma i fendenti potrebbero essere più d'uno. Tra cui uno sferrato alla schiena di Cannizzaro, all'altezza delle scapole. Forse nel momento in cui la vittima era già a terra a causa dei traumi subiti, forse per un'aggressione scattata mentre la vittima dava le spalle al suo aggressore. La posizione del corpo è anche compatibile con un'eventuale trascinamento della vittima sul pavimento, magari per cercare con le ultime energie di chiedere aiuto dopo la fuga dell'omicida.

Sulla dinamica precisa di ciò che accaduto nella quadrifamiliare di piazzale Radaelli potrà far luce solo l'autopsia, che verrà eseguita all'inizio della prossima settimana. Sul corpo dell'anziano il medico legale ha ravvisato anche alcune ferite alle braccia, che potrebbero indicare anche un disperato tentativo di difesa del 79enne. Ma c'è anche l'ipotesi che questi segni possano essere riconducibili alla continuazione del colpo sferrato con il coltello dall'assassino alla gola del pensionato. A un certo punto infatti la violenza del fendente è tale che la lama del coltello da cucina si spezza, e un frammento rimane incastrato nella gola della vittima. E' possibile che la traiettoria del colpo non si sia arrestata lì, continuando d'inerzia e colpendo il braccio di Cannizzaro. Il primo esame esterno del cadavere avrebbe portato a individuare ache altri traumi all'altezza delle gambe.

Insomma, l'assassino si sarebbe accanito sulla vittima. Un modus operandi da cui traspare una rabbia incontrollata tipica dei delitti "emotivi". Nessuna rapina, nessuna aggressione da parte di malviventi con cui la vittima non aveva avuto alcun rapporto. Naturale quindi che gli accertamenti si concentrino su chi Alberico Cannizzaro conosceva. Di più. Su persone di cui il 79enne si fidava al punto da aprire loro la porta di casa. Nessun segno di effrazione è stato individuato dagli investigatori della squadra mobile, così come non c'erano cassetti o armadi rovistati. Venerdì secondo sopralluogo della scientifica, al termine del quale è stato sequestrato ciò che è stato ritenuto utile alle indagini. Compreso il manico del coltello dalla lama spezzata, trovata a pochi metri dal corpo. Si tratta di un manico compatibile con gli altri trovati nella cucina dell'abitazione, dunque con ogni probabilità l'assassino non sarebbe entrato armato nella villetta.

Questa è una delle possibili chiavi del mistero: se l'assassino nello sferrare i colpi non aveva i guanti (e con un delitto d'impeto figlio di un raptus improvviso non è un'eventualità così peregrina) allora lì potrebbe essere rimasta qualche impronta digitale. Saranno gli accertamenti tecnici a stabilirlo, con nel caso il coinvolgimento del Ris. Intanto gli inquirenti stanno tentando di far luce sulla rete di relazioni dell'anziano, descritto dai residenti come un uomo di cuore. Chi è entrato nella sua abitazione nella tarda mattinata di giovedì, però, qualche motivo per perdere il controllo e trasformarsi in un omicida ce l'aveva. Gli inquirenti stanno ascoltando chi lo conosceva bene, cercando di ricostruire anche la vita di Alberico Cannizzaro precedente al suo trasferimento a Marghera, avvenuto cinque anni fa. Prima abitava al Lido di Venezia, e lì i residenti raccontano che qualche screzio ci sarebbe stato in passato con alcuni vicini.

"Sgomenta sapere che a Marghera possa essere accaduto un fatto così grave, che a quanto si apprende con il passare delle ore si tratterebbe purtroppo di un omicidio - commenta il sindaco Luigi Brugnaro - Ribadisco che la sicurezza delle nostre case e dei luoghi pubblici è una priorità assoluta per l'amministrazione comunale ed è un tema su cui mi sto costantemente confrontando con il prefetto, con il questore, con le forze dell'ordine tutte. Auspico che il responsabile di un tanto efferato delitto sia presto identificato e consegnato alla Giustizia. Alla signora vedova e ai due figli, sacerdoti e parroci a Carpenedo, esprimo il cordoglio mio personale e della città".

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