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Cronaca Bissuola / Viale Amerigo Vespucci, 13

Omicidio di Mestre, Lida Pamio massacrata con dieci furiose coltellate

L'autopsia sul corpo della 87enne uccisa giovedì scorso in un appartamento di viale Vespucci conferma la violenza del delitto. Ematomi dappertutto. Si cercano le tracce dell'assassino

Dieci fendenti frontali, alcuni che hanno trapassato Lida Pamio da parte a parte. Una violenza inverosimile. Una tranquilla anziana, distinta, gentile, 87 anni portati con fierezza, martoriata nel suo appartamento di viale Vespucci a Mestre giovedì pomeriggio, dopo l'appuntamento dalla parrucchiera delle 14.30. A scoprirla il nipote sessantenne, residente poco distante, F.M., che preferisce non parlare, anche se a mezza voce affermerebbe di essere "scosso" da quanto visto.

La consapevolezza di quanto accaduto forse monta piano piano nella coscienza, e il dolore proprio per questo si ingigantisce. L'appartamento del delitto è stato controllato palmo a palmo dalla polizia scientifica e dagli uomini della squadra mobile. Possibile che una tale mattanza non abbia lasciato tracce? Molti i reperti che attendono di essere analizzati in laboratorio. Ciò che fa inorridire è l'assoluta mancanza di pietà da parte del malvivente. O "dei" malviventi. Nulla per ora può escludere infatti che l'omicidio possa essere stato compiuto da più mani. Di certo, però, la violenza con il quale il delitto è stato perpetrato allontana l'ipotesi della rapina finita in tragedia.

Quattro i coltelli utilizzati per l'esecuzione, uno di essi ha trafitto il cuore, che ha smesso di pompare sangue. Per questo le tracce ematiche trovate dagli inquirenti riguardano solo la cucina, dove Lida Pamio è stata ritrovata supina riversa sul pavimento. La forza dei fendenti ha spezzato anche due lame, ritrovate conficcate nel corpo martoriato della povera vittima. Ma l'assassino non si è limitato a infierire a colpi di arma da taglio: la 87enne è stata riempita di pugni o calci. Dappertutto. Gli ematomi potrebbero essere stati causati anche da un corpo contundente. Sul volto, sul torace, sulle gambe. Un'esplosione di rabbia incontrollata. Che difficilmente si ricorda da queste parti.

La vittima è stata trovata con dello scottex in bocca, forse per evitare che nel condominio in quel maledetto pomeriggio di giovedì si sentissero urla, e con un cavo del decoder della televisione stretto intorno al collo. Neanche l'esame autoptico, condotto dal medico legale Antonello Cirnelli, è riuscito a stabilire quale sia stata la causa della morte "primaria". Tutte e quattro le condotte messe in atto dall'assassino avrebbero potuto risultare fatali.

Se l'ipotesi della rapina con il passare delle ore sembra affievolirsi sempre più, gli inquirenti sono propensi a pensare che la vittima conoscesse il suo carnefice. In questo senso si inquadrerebbe anche la scelta di coprire il volto di Lida Pamio con la maglia che indossava.

Possibile poi che nessuno si sia accorto di nulla tra i condòmini? Gli investigatori hanno ascoltato tutte le loro versioni, e nessuno avrebbe riferito di aver visto persone "strane" in giro o di aver sentito rumori che potessero mettere in allerta. Al setaccio le telecamere di sorveglianza della zona. La speranza è di "immortalare" l'arrivo o la fuga del malvivente, che a causa della mattanza messa in atto potrebbe essersi ferito o comunque sporcato di sangue. L'assassino potrebbe essersi cambiato d'abito nell'appartamento del delitto, per poi tentare di far perdere le proprie tracce. Tracce che gli inquirenti invece cercano palmo a palmo. Ogni goccia di sangue, ogni impronta, compresa quella trovata su un interruttore della luce viene repertata. La speranza è che un omicidio così efferato abbia lasciato la "firma" dell'assassino da qualche parte. Anche le tre agendine che la vittima custodiva gelosamente vengono analizzate pagina per pagina.

IL DELITTO

MASSACRATA Quattro coltelli, volto martoriato, scottex in bocca

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