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Cronaca Mira / Via Mare Mediterraneo

Rapporti tesi sul lavoro, operaio ucciso dal coinquilino nel sonno con una coltellata VD

Il delitto nella notte tra giovedì e venerdì in un'abitazione di via Mare Mediterraneo a Mira. Colpevole arrestato. La vittima sorpresa nel sonno, poi la colluttazione col terzo inquilino

"Questo è un quartiere tranquillo, in cui in tanti partono la mattina presto per andare a lavorare e tornano la sera". Luca Bortolato è appena sceso a portare fuori il cane e si è trovato davanti la camionetta della stazione mobile dei carabinieri. Come gli altri residenti di via Mare Mediterraneo a Mira sbarra gli occhi e si chiede cosa sia successo: "Me l'hanno detto al bar stamattina, ma non mi sono accorto di nulla". A pochi metri dal suo appartamento, alle 5 di venerdì mattina, si è verificato un omicidio: un 28enne, Georgian Ionut Bejenaru, di nazionalità romena ha preso un coltello da cucina e ha reciso la giugulare di un suo coinquilino (e connazionale) di 36 anni, Gheorghe Suta, residente nella città di Costanta, uccidendolo nel sonno. Il corpo della vittima, infatti, non presentava alcun segno o ferita compatibile con un'eventuale difesa. Pare che tra i due non intercorressero buoni rapporti sul posto di lavoro, tensioni latenti poi sfociate nel fatto di sangue. Il delitto in un appartamento in affitto al primo piano di una palazzina al civico 5. La vittima, che si trovava in camera da letto, è stata trovata in un lago di sangue dagli operatori del 118, che non hanno potuto nulla. Omicidio. 

L'omicidio a Mira: i rilievi

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"È in un lago di sangue"

Il terzo inquilino dell'appartamento si è accorto di quanto era occorso solo a giochi fatti, trovandosi in un'altra stanza dell'appartamento. È in quel momento che è scattata la colluttazione e l'uomo, un 41enne, è riuscito a disarmare l'omicida, gettando l'arma del delitto, un coltello da cucina, nel terrazzino della'abitazione. Poi ha lanciato l'allarme, chiedendo aiuto, per la difficoltà di esprimersi in italiano, a un altro collega di lavoro (tutti operavano alla Fincantieri di Porto Marghera, non è chiaro se come dipendenti o in una ditta in appalto) che, a sua volta, ha allertato il 118: "Correte, mi dicono che è in un lago di sangue", ha dichiarato. Lui non si trovava nell'appartamento del delitto. Anzi, risiede in un altro Comune. Una volta che i medici mettono piede nell'appartamento assieme ai carabinieri, si capisce che non ci sono più speranze. Il presunto colpevole non oppone resistenza. Aspetta l'arrivo delle forze dell'ordine nel giardino comune all'esterno della palazzina. E' con il testimone. Entrambi vengono portati in caserma per essere ascoltati, ma la situazione appare chiara. Il coltello, sequestrato, viene recuperato, trovato sporco di sangue nel terrazzino. Mentre dalle 5 di mattina partono i rilievi del nucleo investigativo: i militari della Scientifica indossano le tute bianche e iniziano a passare al setaccio l'abitazione, fino alla rimozione della salma avvenuta verso le 11. Sul posto le onoranze funebri Lbm. A quel punto viene strappato il nastro bianco e rosso a difesa del vialetto antistante la palazzina e torna un'apparente normalità.

Il maggiore Antonio Bisogno, comandante della compagnia dei carabinieri di Mestre

L'arma del delitto: un coltello da cucina

Un silenzio strano. Intervallato dai "non li conoscevo" dei residenti, "li vedevo solo partire insieme con quell'auto (una Renault parcheggiata poco distante, ndr) e tornare. Mai un problema". Un trio che viveva praticamente in simbiosi: stessi orari, stessi itinerari. Giornate di lavoro trascorse gomito a gomito. Finché qualcosa non si è incrinato. Finché uno dei coinquilini ha perso il controllo, ha preso un coltello e ha tagliato la gola al collega.

Vittima ben inserita: "Un cognato doveva ottenere la residenza"

"Vivevano da un paio d'anni lì - dichiara il proprietario dell'appartamento - io mi interfacciavo con il titolare del contratto, che parlava bene l'italiano. Una persona tranquilla, che quando era stato lasciato dalla moglie, tornata in madrepatria con il figlio, aveva iniziato a ospitare un cognato e un amico". Si tratta proprio della vittima, Gheorghe Suta, proprietario della Citroen C5 parcheggiata vicino all'abitazione. Era in Italia da 2 anni e tra qualche giorno si sarebbe dovuto recare in Municipio per le formalità burocratiche in merito alla concessione della residenza di un suo cognato. Un uomo tranquillo, che aveva continuato a vivere in Italia per via del suo lavoro alla Fincantieri.

I rilievi dei carabinieri

Appartamento sotto sequestro

La colluttazione tra omicida e terzo coinquilino è stata piuttosto rumorosa: "Ho sentito urlare e piangere stanotte", dichiara la dirimpettaia, di origini africane. Parla solo inglese e ha scoperto tutto solo la mattina, quando i carabinieri le hanno suonato il campanello. A pochi centimetri da lei la porta dell'alloggio del trio romeno, su cui campeggia l'avviso di sequestro penale. "Erano le 4.30 circa - racconta la signora Ballarin, che abita esattamente sotto l'appartamento del delitto - ho sentito urlare e spostare mobili. E' durato per un po'. Poi ho sentito anche qualcuno che è sceso per le scale ed è risalito. Abbiamo presentato delle lamentele all'amministratore di recente perché la notte si svegliavano e facevano confusione. Chi si faceva la doccia, chi parlava a voce alta. Ma una lite così, mai".

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