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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Michele al Tagliamento

SVOLTA Omicidio Silvia Gobbato, l'arrestato voleva rapirla "a caso"

Un 36enne residente vicino Udine ha confessato giovedì pomeriggio di essere stato lui ad avere ucciso a coltellate la 28enne di San Michele

Indagini sull'omicidio di Valentina Gobbato a una svolta. Un 36enne giovedì mattina è stato portato nella caserma dei carabinieri della compagnia di Udine per accertamenti. A quanto pare l'uomo sarebbe stato trovato in possesso di un coltello sporco di sangue mentre vagava in bicicletta in stato confusionale. Sul corpo segni compatibili con una eventuale colluttazione con la giovane vittima. Veloce si è sparsa la voce di una parziale confessione, poi conclamata nel tardo pomeriggio. L'uomo, che a differenza da quanto era emerso all'inizio non avrebbe problemi mentali, avrebbe raccontato agli inquirenti che il suo piano era "solo" quello di rapire una donna per chiedere poi il riscatto. Una decisione scaturita dal disagio di non avere lavoro e di vivere ancora con i genitori.

Un racconto allucinante quello che hanno dovuto ascoltare i carabinieri. Silvia Gobbato, infatti, non ha avuto alcuna colpa se non quella di ritrovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato. Graziosa, isolata, correva piano. Una preda facile per il 36enne, che gli si sarebbe parato davanti con il coltello in mano. La giovane vittima quindi avrebbe reagito al tentativo di aggressione, firmando così la sua condanna a morte. L'assassino, infatti, rimasto sorpreso dalla forza d'animo della giovane, ha quindi sferrato i dodici fendenti fatali. Nonostante il tentativo di difesa disperato abbozzato da Silvia. Il piano prevedeva di rubarle il cellulare e chiedere così il riscatto. Alle forze dell'ordine che lo stavano bloccando il 36enne avrebbe detto: "Mi avete beccato".

SILVIA GOBBATO UCCISA A COLTELLATE

LA DISPERAZIONE DEL PADRE - "Silvia non tornerà più". Questo l'unico pensiero che formula il padre di Silvia Gobbato, la praticante avvocato uccisa martedì scorso a Udine mentre faceva jogging. Il dolore più grande che un padre può vivere. C'è sete di verità a San Michele al Tagliamento, il paese di cui era originaria la 28enne, assassinata a coltellate. Perché l'assassino ancora non ha un volto, e le indagini sono ancora in pieno svolgimento. Cos'è successo quando Silvia è stata "staccata" dall'amico compagno di corsa? Un buco di 48 minuti. Durante i quali qualcuno ha aggredito la giovane e l'ha uccisa. Trascinando per poco meno di una decina di metri lontano dal sentiero del parco in cui si stava allenando.

Omicidio a Udine, muore una 28enne di San Michele

Una ragazza cortese, educata. Che ormai il suo paese d'origine lo frequentava di rado. Giusto i weekend per andare a salutare i genitori. Impegnata com'era a preparare l'esame di abilitazione. Un incubo piombato su una famiglia rispettabile, che attraverso la professione della madre della vittima, infermiera, era sempre pronta ad aiutare gli altri. Ora, però, è il momento del silenzio. Delle indagini. E' quello che chiedono i familiari della vittima, raggiunti dalla visita del sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto, in rappresentanza di una comunità sconcertata che chiede solo di sapere la verità.

L'AMICO DI JOGGING SUL LUOGO DEL DELITTO

Intanto le indagini continuano. Mercoledì sono state ascoltate dai carabinieri diciassette persone. Gli inquirenti hanno ripercorso il tragitto dell'amico di jogging e controllato eventuali segni di fuga dell'assassino nel parco dell'omicidio. "Abbiamo molte tracce da verificare. Sia sul posto, sia altrove - ha dichiarato il procuratore di Udine Antonio Biancardi - Al momento non abbiamo indizi tali per poter incriminare qualcuno".

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