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Cronaca Spinea / Via Andrea Costa

Uccise la suocera ma nessuno se ne accorse: la sentenza l'otto marzo

Massimiliana Cherubin, 57enne di Spinea, confessò il delitto sei mesi dopo. Sequestrò la figlia per tre volte mettendole un sacchetto in testa, il pm non le contesta il tentato omicidio

E' stato fissato il giorno della sentenza di rito abbreviato di Massimiliana Cherubin, la 57enne di Spinea che il gennaio scorso confessò di fronte ai carabinieri di aver ucciso la suocera 92enne Elisa Bozzo sei mesi prima. Secondo il racconto della donna, mise un sacchetto di plastica in testa all'anziana inferma a letto nel momento la vide cadere dal letto.

Poi, facendo pressione con i piedi sul petto della vittima, le sferrò un calcio in testa. L'8 marzo il giudice deciderà il "peso" della sentenza, in termini di anni di reclusione. Il pubblico ministero Lucia D'Alessandro non ha contestato a Massimiliana Cherubin il reato di tentato omicidio nei confronti della figlia 30enne, disabile mentale al 75%. La donna dovrà rispondere di sequestro di persona per tre casi: uno del 31 dicembre 2011, uno del 4 gennaio 2012 e uno nel 2007, quando rinchiuse la giovane in cantina legandola con la catena del cane e minacciandola con un coltello.

Negli episodi più recenti la madre avrebbe legato con un foulard la figlia e le avrebbe infilato un sacchetto in testa. Non per ucciderla, secondo la sua versione. Per intimorirla e "metterla in riga". Questo perché il comportamento della giovane era molto sregolato e difficile da gestire. Poi la confessione, per la paura di non riuscire a fermarsi la prossima volta. E' stata contestata all'imputata la "pericolosità endofamiliare". Secondo la perizia psichiatrica condotta su Massimiliana Cherubin, infatti, la 57enne sarebbe ancora capace di uccidere se reinserita all'interno del nucleo familiare. La donna, cui è stata diagnosticata una seminfermità mentale, ora si trova nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Con il rito abbreviato potrà beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

L'OMICIDIO

La casa di Spinea dell'omicidio del 16 luglio

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