Il dato grezzo come materia prima, libero nelle mani di chi lo usa, che a sua volta lo mette a disposizione di tutti. E’ una nuova prospettiva quella dell’open data: una “quasi-filosofia” che, grazie a Internet, ha contagiato positivamente molti Paesi e che sottende a una nuova forma di inalienabile diritto all’informazione. Un’ottica che da oggi il Comune di Venezia ha fatto propria con la presentazione alla cittadinanza del portale dati.venezia.it, rigorosamente in versione beta e work in progress, che sarà il contenitore dei dati, ad uso libero, prodotti e/o in possesso dell’Amministrazione.
Una “quasi enciclopedia/wikipedia in progress”, come ha sottolineato l’assessore comunale all’Informatizzazione e Cittadinanza digitale, Gianfranco Bettin, che deve diventare nel vero senso della parola “della comunità”, poiché il portale, oltre appunto a quelli dell'Amministrazione, potrà anche contenere dati di interesse pubblico messi a disposizione da terzi. Al momento il sito, inaugurato oggi, curato dai Sistemi informativi del Comune e realizzato da Venis Spa, di libero accesso senza alcuna registrazione, contiene 56 dataset riferiti a documenti relativi al monitoraggio della popolazione residente e presi dall’anagrafe, ma a breve sarà popolato di altre serie di dati provenienti da svariati uffici del Comune, che saranno appunto messi a disposizione di quanti li vogliano utilizzare in un formato aperto (tipo Excel, ad esempio).
“La logica dei dati aperti – ha ricordato Bettin - fornisce a tutti i cittadini la materia base per poter fare analisi e programmazione, e la loro fruizione in modo facile rappresenta un elemento fondamentale di democrazia e di trasparenza, di dialogo, di conoscenza condivisa e di partecipazione diretta”. Il portale è stato presentato dal direttore dei Sistemi informativi, Maurizio Carlin, e dalla responsabile dello Sviluppo dell’e-Government, Federica Bettio, assieme al presidente di Venis, Sandro Codato. Carlin, nella sua introduzione, ha voluto ringraziare la Regione Veneto, che ha messo a disposizione del Comune il software di gestione,e il gruppo Facebook “#opendata.venezia”, i cui componenti sono stati “i principali propulsori e censori delle attività open che stiamo mettendo in pratica”.