Si schianta da un'altezza di dieci metri al porto, operaio "miracolato"

Deve ringraziare una lunga serie di coincidenze se la caduta di cui si è reso protagonista non è risultata fatale. Grave sì, ma non fatale. Un operaio di una ditta esterna mercoledì mattina poco dopo le 11 stava lavorando sulla copertura di un edificio vicino al Molo A del porto. Attorno a sé nessuno che avesse assistito alla scena. Fatto sta che a un certo punto, per motivi ancora al vaglio degli ispettori dello Spisal, il lavoratore ha perso l'equilibrio e si è schiantato al suolo da un'altezza di dieci metri.

Una distanza che il più delle volte non lascia scampo. Stavolta, però, non è stato così. Il malcapitato, pare abbastanza giovane, ha incontrato nella traiettoria della caduta alcune caldaie protette da uno strato di lamierino. Tra la lastra di metallo e il manufatto vero e proprio, però, dello spazio libero che si è rivelato fondamentale per salvare la vita al lavoratore. Fortunatamente, ed è il secondo elemento che ha permesso alla vicenda di non finire in tragedia, il malcapitato una volta caduto al suolo non è svenuto. Anzi, urlando è riuscito a chiedere aiuto.

Nel caso avesse perso i sensi, invece, la situazione si sarebbe complicata di molto. Sul posto per i soccorsi i sanitari del punto di primo intervento del Porto, che hanno stabilizzato il ferito e l'hanno trasportato con i colleghi del Suem in ambulanza all'ospedale dell'Angelo di Mestre in codice rosso. Il quadro clinico al momento dell'ingresso nell'istituto sanitario mestrino, sia pure grave, non avrebbe presentato elementi di criticità. Inevitabili naturalmente alcune fratture, visto il "volo" dall'alto. Il paziente, però, si sarebbe mantenuto cosciente fino all'ultimo.