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Cronaca Marghera / Via della Chimica, 4

Operaio folgorato Porto Marghera, "eravamo lì per rubare il rame"

Il lavoratore rimasto illeso dopo la tragedia avrebbe ammesso agli inquirenti che Lili Tavani, che ha perso la vita, non si trovava lì per caso

Il terzo operaio rimasto coinvolto (anche se illeso) nella tragedia di mercoledì pomeriggio, quando un collega è morto folgorato a Porto Marghera dopo avere toccato un filo ad alta tensione all'interno di una cabina Enel dello stabilimento Nuova Sirma srl, avrebbe ammesso di fronte agli inquirenti che lui, il fratello della vittima e Lili Tavani, 33enne di nazionalità albanese, morto in pochi istanti, si trovavano lì per rubare dei "preziosi" cavi di rame, chiamato "oro rosso" in gergo nel mercato di contrabbando.

I lavoratori, tutti albanesi, erano addetti di un'azienda lombarda, nei confronti della quale per il momento non è stata formulata alcuna accusa. La ditta aveva il compito di procedere con delle opere di bonifica all'interno dei capannoni dello stabilimento veneziano, ormai chiuso da tempo. Per il trio sarebbe dovuto essere l'ultimo giorno di lavoro in laguna. Un'occasione quindi per cercare di arrotondare trafugando del rame in un'area non di loro competenza.

La cabina dell'Enel da 20mila volt, infatti, era stata forzata. Forse con un piede di porco. Nessun incidente sul lavoro, quindi, ma invece due denunce per tentato furto comminate dalla polizia al collega e al fratello della vittima, che per la disperazione negli istanti successivi alla tragedia si è ferito a un braccio sferrando un pugno a una vetrata. Lili Tavani, residente a Bergamo, con ogni probabilità non si aspettava che l'impianto fosse ancora in tensione. Una volta entrato è rimasto folgorato. A raccontare la dinamica dei fatti il terzo operaio coinvolto, accompagnato in questura e ascoltato nelle ore successive alla tragedia.

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