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Cronaca

Pescaggi aumentati nei porti di Venezia e Chioggia, sollievo per le attività portuali

L'ordinanza della Capitaneria: per il canale Malamocco-Marghera quota riportata a 11.5 metri, nello scalo clodiense fra i 6.5 e i 7 metri. Dal 2019 a oggi rimosso 1 milione di metri cubi di fanghi

Nuovi pescaggi per i porti di Venezia e Chioggia. La Capitaneria di porto, con propria ordinanza ha ufficializzato, rivedendole al rialzo, le quote di pescaggio per le unità nautiche in arrivo e in partenza da entrambi gli scali lagunari. Per quanto riguarda il canale Malamocco-Marghera i nuovi pescaggi sono stati riportati a 11.5 metri (rispetto ai 10.5 metri fissati nel 2018) per navi di lunghezza massima pari a 230 metri (per navi tra i 301 metri e i 335 metri il pescaggio massimo è stato fissato a 10.50 metri). Per lo scalo clodiense i nuovi pescaggi sono stati portati, per gli accosti dello scalo “Val da Rio”, fra i 6.5 metri e i 7 metri mentre, per gli accosti dello scalo “Saloni” canal Lombardo esterno i pescaggi massimi consentiti sono pari ai 7 metri.

L’aumento dei pescaggi è stato reso possibile a seguito di un progressivo lavoro di manutenzione dei canali portuali volti a migliorare l’accessibilità nautica. Gli interventi sul Canale Malamocco-Marghera, effettuati a partire dal 2019 e in parte tutt’ora in esecuzione, hanno permesso di rimuovere circa un milione di metri cubi di sedimenti (di cui, sulla base del Protocollo fanghi del 1993, circa 150.000 metri cubi classificati come “A” e utilizzati per interventi di ripristino morfologico mediante refluimento in barena, mentre i restanti, classificati come “B” sono stati conferiti alle Tresse) nei tratto che va dal Bacino di evoluzione 3 a Fusina e fino al “curvone” di San Leonardo per un investimento complessivo di circa 18.4 milioni di euro.

Per lo scalo di Chioggia invece, gli escavi manutentivi hanno permesso di rimuovere complessivamente circa 45.000 metri cubi di sedimenti (tutti classificati come “B” sulla base del Protocollo fanghi del 1993 e quindi conferiti alle Tresse) per un investimento complessivo dell’intervento di circa 990.000 euro. «Ringrazio la Capitaneria di porto di Venezia e di Chioggia per le nuove ordinanze, che valorizzano, in sicurezza, il lavoro manutentivo svolto negli ultimi anni – commenta Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale - L’accessibilità nautica infatti è elemento essenziale per lo sviluppo della portualità in genere e lo è ancora di più per il sistema portuale veneto che presenta peculiarità tali, sia sotto un profilo marittimo-operativo, sia sotto un profilo ambientale, da rendere necessaria una forte spinta all’innovazione. Abbiamo ridato impulso alla collaborazione con tutti gli enti preposti alla salvaguardia ambientale ed economica della laguna – il ministero della Transizione Ecologica e il ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, e anche Ispra, Piopp e Arpav – per raggiungere la definizione del nuovo Protocollo fanghi, ma credo sia importante mantenere alta l’attenzione su tutte quelle metodologie innovative e quelle soluzioni tecnologiche volte a una manutenzione ordinaria dei canali portuali e, contemporaneamente, alla tutela ambientale. Attrarre traffici per lo sviluppo della portualità veneta non deve infatti essere considerato elemento in antitesi alla tutela della laguna, bensì componente di un equilibrio possibile».

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