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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Mezzi pubblici: obbligo di mascherine e guanti. Criticità per l'autotrasporto

L'ordinanza della Regione per il trasporto pubblico locale. Tir e mezzi pesanti: «Continua la corsa a ostacoli»

Mascherine e guanti d'obbligo anche per i servizi di trasporto pubblico locale su ferro, acqua e gomma e per il trasporto non di linea taxi, noleggio con conducente e per i servizi atipici, in aggiunta alle disposizioni precedenti. Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha firmato una nuova ordinanza per contrastare il diffondersi del contagio da coronavirus. «Abbiamo voluto uniformare in tutto il territorio regionale l’uso di dispositivi – spiega l’assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture, Elisa De Berti –. Queste disposizioni, che entrano in vigore da mezzanotte, tra lunedì 6 e martedì 7 aprile, mirano a tutelare il più possibile i cittadini e i lavoratori del settore, che stanno svolgendo in questo momento delicato un importante servizio».

Autotrasporto

Dispositivi che diventano obbligo di legge nei mezzi dedicati al trasporto di persone, e mascherine e guanti che continuano a essere «insufficienti nel trasporto merci», dichiara il segretario generale di Trasportounito Maurizio Longo. «Abbiamo continuato a rimenere operativi, quando tutti gli altri settori si sono fermati, per coscienza, sapendo di svolgere un ruolo essenziale. Ma - denuncia il comparto - Le imprese di autotrasporto non riescono a fornirsi di dispositivi di sicurezza per i propri dipendenti. Le aree di servizio, lungo le principali infrastrutture viarie, quando sono aperte non eseguono attività di ristorazione, o non consentono di accedere ai servizi igienici». Ma non sono gli unici problemi. Chi ha continuato e continua a garantire il rifornimento delle merci al Paese deve: attendere dalle 7 alle 9 ore ai magazzini dei prodotti all'ingrosso, per caricare i mezzi, attendere le proroghe della validità delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, attendere che vengano tolti divieti vari di circolazione, che impediscono l'accesso anche ai tir e il raggiungimento della destinazione, fino al mancato o posticipato saldo delle fatture. I committenti per non pagare hanno coniato la frase: causa covid-19. Tutti motivi che, senso di responsabilità a parte - spiega la categoria -, imporrebbero il fermo degli autotrasportatori».

Liquidità e accesso al credito

Il settore non ha ancora visto partire il fondo di rotazione chiesto per risolvere il problema della liquidità, e l'accesso al credito per le imprese di autotrasporto, almeno per quelle di media e ridotta dimensione, risulta complicato. Le banche non applicano, o si rifiutano di applicare, la sospensione dei leasing in presenza, sul conto corrente dell'impresa, delle risorse economiche a copertura del canone e non vengono bloccate le polizze assicurative di mezzi ormai fermi. «Non vorremmo conclude Longo - venissero meno generazioni di imprese per l'assenza di competenze e di tempestività dei provvedimenti».

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