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Cronaca

Ospedali veneziani e obiezione di coscienza: 3 ginecologi su 4 contrari all'aborto

Il dato finora non sembra abbia causato particolari disservizi, data l'effettiva presenza di medici disposti a praticare l'interruzione di gravidanza: 912 gli interventi nel 2016

Ha destato scalpore negli ultimi giorni la decisione dell’ospedale San Camillo di Roma di assumere, attraverso un bando, esclusivamente ginecologi che non siano obiettori di coscienza, ossia che si prestino – su richiesta della paziente – alla pratica dell’aborto. La legge su cui farebbe perno questa decisione è la 194, che sancisce non solo il diritto della donna di abortire, ma anche quello del medico di rifiutare il proprio servizio nel caso specifico.

Qual è invece la situazione negli ospedali del capoluogo veneto? I dati, riportati dal Gazzettino, segnalano che tre quarti dei ginecologi dell’Ulss 3 Serenissima sarebbero obiettori di coscienza: in sostanza a praticare l'interruzione di gravidanza sarebbero 13 medici su 54, ripartiti tra le strutture sanitarie di Mestre, Venezia, Dolo, Mirano e Chioggia.

I numeri relativi a città e provincia sarebbero in linea con il resto della Regione, in cui gli obiettori rappresenterebbero il 76% del totale, secondo un’indagine ministeriale del 2015 relativa all’operato del 2013.

I 13 ginecologi sopra menzionati avrebbero eseguito 912 interruzioni di gravidanza nel solo 2016, dato che sarebbe in calo rispetto a quello dell’anno precedente, quando avrebbe invece superato le mille unità. Sui medici obiettori operanti tra Venezia e provincia specializzati in altre branche della medicina (come ad esempio gli anestesisti) non sarebbero ancora stati forniti dati ufficiali, ma verosimilmente è ipotizzabile l’allineamento con la media veneta registrata dalla relazione ministeriale, inferiore al 40%.

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