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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca ospedale dell'Angelo

Un nuovo pacemaker senza fili impiantato all'ospedale dell'Angelo

La macchina salvavita preverrà il rischio di infezioni e, insieme alle nuove tecniche di intervento al laser, migliorerà il trattamento dei pazienti

La vita di un cinquantenne mestrino affetto da una grave aritmia cardiaca non è più appesa ad un filo. Il defibrillatore che vigila sulle intemperanze del suo cuore è un apparecchio di nuova generazione che ha la particolarità di poter essere impiantato sottopelle a livello toracico ma senza più fili elettrici che lo collegano al muscolo cardiaco e soprattutto senza un’azione chirurgica invasiva.

DOPPIA SOLUZIONE - “È un intervento che racchiude una doppia eccellenza e soprattutto un grosso passo avanti nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Spesso soffrono di altre patologie collegate a quella cardiaca con conseguente aumento del rischio di infezioni – spiega Fausto Rigo, primario della cardiologia dell’Angelo – I fili elettrici che collegano questi strumenti al cuore spesso si infettano o si rompono e non trasmettono più il segnale agli apparecchi salvavita che dunque non intervengono più con lo stimolo per ripristinare il battito corretto. Tradizionalmente bisognava estrarre i fili guasti aprendo il torace e quindi con l’intervento del cardiochirurgo. I tempi di ricovero e di recupero per il paziente erano inevitabilmente più lunghi. Con la nuova metodica, invece, tutto si risolve prima e senza alcuna complicazione”. L’intervento è stato eseguito dal dottor Rigo, con la collaborazione del responsabile dell’elettrostimolazione cardiaca dott. Gianni Gasparini e l’assistenza esterna dei cardiochirurghi guidati dal primario Domenico Mangino a scopo cautelativo.

ECCELLENZA VENETA - La tecnica di espianto dei fili infettati senza aprire il torace ma impiegando il laser fa della cardiologia di Mestre il centro di riferimento per il Triveneto e il Nord Italia con un’esperienza collaudata ormai su 170 pazienti. Un requisito rilevante in un’area come quella veneziana dove l’allungamento della vita e il progressivo invecchiamento della popolazione hanno aumentato le situazioni di rischio per morte improvvisa. “Negli ultimi anni – conferma il dottor Rigo – c’è stato un incremento del numero di impiego di sistemi salvavita come i pacemaker ed i defibrillatori. A Mestre ne impiantiamo rispettivamente 300 e 70 l’anno”. Il nuovo defibrillatore senza fili mette al riparo dalle infezioni, mentre la nuova metodica senza apertura del torace rende per il paziente l’esperienza ospedaliera decisamente meno pesante. “La cardiologia dell’ospedale dell’Angelo di Mestre dimostra la volontà di essere sempre tra i migliori centri italiani – ha commentato il direttore generale dell’Ulss 12 Giuseppe Dal Ben – per il servizio di qualità che sa offrire. Tecnologie d’avanguardia combinate a strategie terapeutiche personalizzate ci consentono di assicurare ai veneziani che il loro cuore è in buone mani”.

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