Palais Lumiere, l'ira di Orsoni contro Pierre Cardin: "È stato inaffidabile"
Il sindaco di Venezia: "Non è riuscito a trovare i soldi in quella che era un'operazione da un miliardo di euro. Lo stilista: "Ci eravamo già impegnati per milioni. Meritiamo più rispetto"
"Abbiamo avuto un interlocutore inaffidabile - ha detto Orsoni - che su un'operazione da oltre un miliardo di euro non é riuscito a trovare i soldi per acquisire le aree del Comune dove realizzare l'opera. Si tratta di un aspetto che non pensavamo potesse diventare una difficoltà, visto il valore complessivo dell'operazione e soprattutto anche alla luce della fretta che ci era stata messa per chiudere. Un'operazione per la quale, tra l'altro, mi sono preso brutte parole da più parti dell'Italia e del mondo".
La risposta dello stilista non si fa attendere e viene cofirmata dal nipote architetto Rodrigo Basilicati. Cardin rivendica un operato "chiaro e senza sbavature" e rimanda al mittente le critiche: ''In questa situazione di totale incertezza - rileva lo stilista - ci viene addirittura addebitata la colpa di non aver anticipato al Comune di Venezia, in pochissimi giorni e nel bel mezzo delle festività natalizie, un importo di decine e decine di milioni di euro, per evitare lo sforamento del patto di stabilità. Dopo aver già impegnato diversi milioni di euro in questa iniziativa, esclusivamente sulla fiducia e sulle parole degli interlocutori pubblici riteniamo di meritare maggiore rispetto. Siamo sempre stati chiari e leali, dicendo in tutte le sedi che avremmo dato avvio agli investimenti non appena avuta la certezza di poter realizzare l'opera. E lo confermiamo. Noi continuiamo a credere che sia possibile riqualificare Marghera con investimenti privati internazionali ingenti e continuiamo a lavorare per questo obiettivo".
Ma gli investimenti internazionali, a Venezia e in tutta Italia, ricorda, "non saranno certamente incoraggiati dalla continua incertezza del diritto, né dalle imboscate burocratiche, né da oneri economici impropri. Ci rincresce se il Comune di Venezia non riuscirà a rispettare il patto di stabilità. Ma è del tutto evidente che non abbiamo alcuna responsabilità al riguardo; anzi il nostro impegno e le energie già profuse sono piuttosto un segno tangibile della nostra volontà di contribuire già nel 2013 all'inizio del Rinascimento di Marghera".
(Ansa)
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