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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Porto Marghera

Lo scavo del canale Malamocco Marghera può partire, quota pescaggio -12 metri

Il provveditorato alle opere pubbliche ha dato il via libera all'autorità portuale: lavori già aggiudicati, più di 15 milioni di euro investiti

Per il provveditorato alle opere pubbliche di Venezia l’escavo del canale Malamocco-Marghera, a quota prevista dal piano regolatore portuale (-12 metri a Venezia e - 7 a Chioggia), può partire. I lavori sono assegnati, c'è qualche adempimento da fare, dovrebbe essere questione di qualche settimana. Lo scavo potrebbe concludersi in 6-8 mesi. La salvaguardia di Venezia, opere marittime, ha comunicato all'autorità portuale l’autorizzazione a procedere nel tratto compreso tra il bacino di evoluzione 3 e San Leonardo. Solo qualche giorno fa l'ultimo grido di allarme degli operatori e dei lavoratori del porto, allarmati per il prolungarsi dell'impasse.

I fanghi

Gli escavi permetteranno di rimuovere circa 537 mila metri cubi di fanghi. I sedimenti di categoria "b" e "c" (quelli che in linea di massima non possono essere riutilizzati per gli interventi di ripristino di morfologie lagunari) verranno conferiti nell’isola delle Tresse, mentre i sedimenti di tipo "a" saranno utilizzati per il ripascimento di una serie di barene identificate dall’autorità assieme al provveditorato. Quest'ultimo ha autorizzato anche l’escavo di oltre 6 mila metri cubi di sedimenti nel canale industriale ovest di Porto Marghera, che potrà essere riportato alla quota di pescaggio di -11 metri. I lavori di escavo sono già stati aggiudicati con procedura aperta. Nel complesso l’importo stanziato per le attività di scavo e conferimento ammonta a più di 15 milioni di euro.

Il pescaggio

«Ci sono voluti anni ma finalmente, grazie anche alla collaborazione del provveditore Cinzia Zincone e all'attiva partecipazione della comunità portuale veneta, possiamo dire di aver sbloccato il nodo degli escavi in laguna», dichiara il commissario straordinario del porto Pino Musolino. «L’autorizzazione permette di riguadagnare il pescaggio perso negli ultimi anni e di migliorare sensibilmente l’accessibilità nautica della principale arteria di comunicazione del porto veneziano, che potrà riallacciare i rapporti con gli operatori internazionali. Ciò vorrà dire riportare in laguna i collegamenti diretti e i servizi di feederaggio (trasporto di merci) con i principali hub portuali del Mediterraneo e dell’estremo Oriente, alimentando il lavoro dei nostri terminal e servendo con maggior efficacia l’industria veneta», sottolinea Musolino.

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