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Cronaca

Patriarca Moraglia chiude l'anno della Misericordia: "Oggi il potere prescinde da Dio"

L'omelia da parte del patriarca nella basilica cattedrale di San Marco a Venezia: "Al centro della nostra vita la fede". Due iniziative per i detenuti

Si chiude l'anno della Misericordia: durante la Santa Messa di ringraziamento a conclusione dell’Anno giubilare straordinario il patriarca Francesco Moraglia ha parlato di Misericordia e dell'importanza della fede.  

Ai rappresentanti dei detenuti e alle due direttrici degli istituti di pena è stato consegnato quanto è stato raccolto durante i pellegrinaggi alla Porta Santa di questa cattedrale per una nuova possibilità di lavoro e di socializzazione nelle due strutture detentive; concretamente, si tratta di allestire un più ampio e attrezzato laboratorio di pelletteria nel maschile e di dare il via ad una rinnovata attività teatrale nel femminile.

Alcuni stralci dell'omelia: 

"La rinnovata comunione con Dio deve coincidere con la nostra presa di distanza dal peccato. Questo è il senso delle promesse battesimali: rispondere a Dio ricco di misericordia in verità e sincerità, rinunciando a se stessi e al proprio peccato. Stare nella pace, aver fiducia in Dio Misericordia superando le ideologie del mondo - il mondo, infatti, è abilissimo a costruire sempre nuove ideologie - e accogliere la sua Parola sempre attuale e valida - ieri, oggi e sempre - per poter penetrare il Mistero di Dio. 

Il peccato è tradimento dell’amore e della verità, ossia tradimento di Dio. Occorre temere di più Dio e meno gli uomini; Dio va temuto solo perché potremmo perderlo, gli uomini - che vanno sempre amati e accolti - li dobbiamo temere solo se ci allontanano da Dio. Ricordiamo le durissime parole di Gesù sullo scandalo (cfr. Mt 18,6-10; Mc 9,42-48). Il timore di Dio e il timore degli uomini il cristiano e il mondo li intendono in modi radicalmente diversi fra loro. Guardiamo a Maria, l’Immacolata; il suo “sì” ha reso possibile l’irruzione della Misericordia di Dio nella storia e, da allora, tutto passa da Lei. Sì, tutto passa - come a Cana di Galilea (cfr. Gv 2,1-11) - attraverso le sue mani; lo insegna anche il Concilio Vaticano II, dove la Sua maternità si dispiega come mediazione all’interno dell’unica e sufficiente mediazione di Cristo (cfr. Lumen gentium n. 62).

Per questo La invochiamo come nostro rifugio e, in quanto peccatori bisognosi della divina Misericordia, la veneriamo Mater Misericordiae e sicura via di tutte le grazie. A Lei chiediamo che sostenga il nostro atto d’affidamento a Gesù, Misericordia del Padre, perché - se l’Anno giubilare finisce - il suo messaggio continui nelle nostre comunità. Con vera fiducia e amore, ora, accostiamoci all’altare come comunità desiderosa di comprendere e vivere al meglio il dono della misericordia di Dio che passa sempre attraverso la croce gloriosa di Gesù".

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