Il patriarca ricorda Valeria a un anno dalla morte: "Niente spazio per odio e intolleranza"
Francesco Moraglia sottolinea la "testimonianza di grande dignità e compostezza" della famiglia. La giovane ricercatrice uccisa al Bataclan sarà ricordata nella messa di domenica
È passato un anno dal 13 novembre 2015, giorno degli attacchi terroristici di Parigi. Tra i tanti restò uccisa Valeria Solerin, giovane studentessa veneziana, unica vittima italiana. Vuole ricordarla il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia: "Ad un anno da quella tragica morte - dice - il ricordo affettuoso e triste va innanzitutto a lei e alla sua vita, di giovane donna e intelligente ricercatrice, drammaticamente spezzata e poi ai genitori e al fratello - la loro testimonianza di grande dignità e compostezza è viva in quanti, attoniti, si erano stretti a loro in quei tragici giorni - e infine a tutti coloro che, a vario titolo, le hanno voluto e le vogliono bene.
"Al loro immenso dolore si unisce quello di quanti - veneziani e non - hanno a cuore la sacralità e il rispetto di ogni vita umana e i valori della libertà e del rispetto fra i popoli, le culture, le religioni. Il ricordo della vita spezzata di Valeria e di quanti hanno subito violenze simili alla sua sia motivo di riflessione e di monito per costruire un futuro in cui l’intolleranza e l’odio non trovino più modo di esprimersi".
"In occasione del funerale svoltosi in piazza San Marco - ricorda Moraglia - la famiglia aveva richiesto una benedizione e una preghiera, domani 13 novembre, anniversario della barbara uccisione della carissima Valeria. La ricorderò, in modo particolare all’altare del Signore, nella celebrazione della santa messa".