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Cronaca

Moraglia: 'Venezia sia centro per il clima. Banche, gente perde fiducia'

Auguri di Natale del patriarca di Venezia, che ha parlato anche di terrorismo e della fondazione Marcianum, oltre che dell'amminsitrazione Brugnaro

Se c'è un posto in cui bisogna parlare di cambiamenti climatici, quello è Venezia. Non una volta sola, ma stabilmente. Lo sostiene il patriarca Francesco Moraglia, parlando di ambiente durante l'incontro di martedì per gli auguri di Natale: "La Conferenza di Parigi è appena terminata e ci ha dato scenari preoccupanti - dice - La preoccupazione è adesso che le intese di massima abbiano un seguito. E io ritengo che Venezia possa essere idonea per tenere deste le risultanze della conferenza di Parigi, anticipate dall'ultima enciclica del Papa. Se certi parametri non saranno mantenuti certe realtà geografiche saranno penalizzate per prime". A cominciare da Venezia, con il suo equilibrio precario, sospesa sull'acqua. Così il capoluogo lagunare "potrebbe essere centro mondiale, non episodico ma stabile, per pensare ad un rapporto con l'ambiente diverso da quanto portato avanti finora". "Una vocazione che vedrei sia per la sua costituzione che per la sua storia, come punto di riferimento tra Oriente ed Occidente, alla base dei problemi dell'equilibrio mondiale odierno".

CRISI BANCHE. Moraglia è tornato sulla questione dei cittadini che rischiano di perdere i risparmi affidati agli istituti di credito, ricordando che la gente ha ormai perso la fiducia in una politica che non dà risposte: "Non è la prima volta che ci sono delle banche in difficoltà. E le banche popolari per un verso sono una ricchezza: ma sono ancora possibili in un contesto globalizzato? D'altro canto, bisogna riflettere sul fatto che le grandi banche rischiano di cadere sui rischi legati agli investimenti". Su don Torta ha specificato: "Fa bene a stare dalla parte della gente, ma deve stare attento a non prendere posizioni estreme". Dopodiché ha indicato nella nuova strada pensata per il Marcianum una possibilità di svolta. "Alcuni rapporti vanno trasformati in modo più agile - ha spiegato - Certi riferimenti culturali più accademici saranno oggetto di una proposta culturale e sociale che riguardi lavoro, ambiente e una cultura economica e finanziaria diffusa. Perché se il problema da un lato è il governo delle banche, d'altro canto bisogna anche dare agli utenti gli elementi per avere un approccio critico".

TERRORISMO. "La paura non porta da nessuna parte - ha ammonito - Dobbiamo stare attenti a chi cerca di chiuderci nel recinto della paura, guardarcene, perché spaventare una persona, una comunità, significa tenerla in mano". "Il nostro impegno - ha proseguito - deve essere quello di essere vigilanti, attenti, di non sottovalutare il periodo storico che stiamo vivendo. Ma abbiamo anticorpi e risorse per dare una risposta". Moraglia ha quindi ricordato il terrorismo di 40 anni fa in Italia. "Quando lo Stato alza il tiro - ha sottolineato - la comunità sociale e civile reagisce e, sia pur a fatica, riesce a vincere. Bisogna essere sì garantisti nei confronti di tutti, ma avere anche responsabilità nei confronti di noi stessi e delle persone che rappresentiamo e che si riferiscono a noi". E poi, bisogna investire sulla cultura: "La persona che conosce può avere delle risposte e delle progettualità essenziali di fronte ai momenti di emergenza. Investire in cultura è la grande condizione perché la società abbia i meccanismi fondamentali per intendersi, capirsi e ritrovarsi. Ai giovani dobbiamo quindi dare un messaggio di accoglienza e identità personale: se si vogliono tenere insieme mille sensibilità, mille sfumature culturali, politiche e spirituali, bisogna mettere dinnanzi, prima di tutto, la realtà del problema. E il fenomeno migratorio non è una nostra scelta, ma una realtà che va governata politicamente, richiedendo un soggetto maturo che accoglie, perché chi accoglie non finisca per non sentirsi più padrone in casa propria". "Accoglienza - ha concluso - vuol dire anche integrazione, aprirsi a diversi modi di pensare, vivere, rapportarsi agli altri. Ma ci sono scelte che devono tenere conto della storia e della cultura del Paese ospitante e, allo stesso tempo, la laicità, che, come disse la sentenza Casavola della Corte Costituzionale nel 1989, non vuol dire indifferenza, ma garantire le libertà, religiosa e non solo".

AMMINISTRAZIONE BRUGNARO. Moraglia ha risposto a chi gli ha chiesto un parere sulla Giunta di Ca' Farsetti: "È ancora all'inizio del suo cammino, per cui è difficile fare valutazioni". "Certamente - ha proseguito - ci sono dei problemi, nella nostra città, non recentissimi. Il Mose ha avuto un effetto dirompente, ma era sottotraccia fin dagli anni Ottanta ed è solo ad un certo punto che ci si è accorti di alcune cose. L'amministrazione sta lavorando e ha qualche idea, come portare Venezia ad essere punto di riferimento mondiale per alcuni avvenimenti che possano essere capaci di dire qualcosa al mondo". Moraglia ha poi ricordato lo sforzo del patriarcato nell'apertura del dormitorio e della mensa a Marghera: "Adesso la struttura funziona a pieno regime, ma ha dei costi". Infine una riflessione legata alla residenza. "Per le famiglie in difficoltà - ha detto - stiamo studiando cosa possiamo fare. Intanto, sono abbastanza contento per quel che è stato fatto nella nostra diocesi, rispetto ad altre, per accogliere quei piccoli nuclei di immigrati che possono integrarsi bene nel contesto cittadino: una risposta generosa, anche se ci muoviamo all'interno di regole di ingaggio fissate dalla Prefettura".

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