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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castello / Campo Santi Giovanni e Paolo

Venezia, "congelato" per essere salvato da un infarto devastante

Per la prima volta sfruttata una tecnica innovativa per evitare problemi cerebrali. Temperatura corporea a 32 gradi, sessantenne operato

Un infarto "devastante". Così lo descrivono i medici che si sono imbattuti nella disavventura di un sessantenne veneziano. La collaborazione tra cardiologi, anestesisti, centrale operativa 118 e Suem dell'ospedale Civile, però, è riuscita a "scongiurare" un caso di morte improvvisa. Mentre era in bicicletta, il malcapitato è stato colpito da infarto miocardico acuto con improvviso arresto cardiaco. Le persone presenti gli hanno portato i primi soccorsi, poi gli operatori del Suem lo hanno defibrillato e intubato.

Nel frattempo all'ospedale civile veniva allertata l'equipe di Emodinamica, guidata da Giuseppe Grassi, primario di cardiologia. Mentre il paziente veniva preparato per la coronarografia, l'indagine diagnostica per visualizzare le arterie coronarie, il primario ha deciso di applicare per la prima volta a Venezia il trattamento dell'ipotermia, ovvero l'abbassamento della temperatura corporea a 32 gradi. Il trattamento consente di ridurre al minimo i danni cerebrali che spesso accompagnano gli arresti cardiaci.

Per abbassare la temperatura vengono iniettati dei liquidi specifici e viene posto del ghiaccio secco in alcune parti sensibili del corpo. Stabilizzata la temperatura a 32 gradi, il paziente è stato sottoposto a un intervento di angioplastica per liberare la coronaria dal restringimento che aveva causato l'infarto miocardico. "Il paziente è stato mantenuto a 32 gradi in rianimazione per 24 ore - spiega Grassi - quindi gli è stata ripristinata la normale temperatura corporea. In una settimana, dopo i controlli cardiologici di routine, ha potuto essere dimesso senza alcun danno cerebrale. La rapidità della catena di soccorso, sul territorio e in ospedale, ha salvato una persona da un infarto miocardico devastante".

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