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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Pensano di firmare liberatoria, è un contratto che li obbliga ad acquisti

Nella rete finiscono tra le altre due signore di Mestre e Scorzè visitate da agenti porta a porta. Adico mette in guardia: "Non sono episodi isolati"

Una ditta del Trevigiano che vende articoli di arredamento tramite rappresentanti porta a porta è finita sotto la lente di Adico, associazione difesa consumatori: allo sportello di via Volturno di Mestre sono arrivate diverse segnalazioni, e sono già partite anche le prime diffide ai danni della società veneta. L’azienda, a quanto raccontano i consumatori, manda i proprio rappresentanti casa per casa a proporre dei buoni acquisto da utilizzare entro 3 anni utili per comperare articoli per la casa. "In realtà i malcapitati si ritrovano a firmare senza saperlo un contratto che li obbliga all'acquisto e nell'impossibilità di recedere - denuncia Adico - dato che pensando di poter acquistare con calma, fanno passare il termine dei 10 giorni previsto dal Codice del Consumo".

Nella "rete" è finita anche una signora di Scorzè, N.B., che si è rivolta ad Adico denunciando di essere stata indotta a sottoscrivere il contratto con l'inganno: la signora ha ricevuto la visita a casa di un agente porta a porta che le ha illustrato la possibilità di acquistare degli articoli di arredamento con uno sconto compreso tra il 20% e il 50%. Il venditore l'ha invitata a compilare e a firmare un modulo come liberatoria per il trattamento dei dati personali ai fini della ricezione del catalogo pubblicitario. La veneziana, indotta dalle parole dell'agente e dall'aspetto del fascicolo – che conteneva anche fotografie di prodotti ed era quindi del tutto simile a una brochure promozionale – ha sottoscritto il modulo, senza sapere che invece si trattava di un contratto che la vincolava ad acquisti per almeno 2.750 euro nell'arco di tre anni. Nella lettera inviata all'azienda, quindi, si chiede l'annullamento del contratto in quanto la sottoscrizione, secondo Adico, sarebbe stata carpita con l'inganno.

Analogo il racconto di L.C., di Mestre, che avrebbe ricevuto due visite degli incaricati della ditta trevigiana: anche la consumatrice, che si è rivolta ad Adico, si è fidata in prima battuta del promotore, che l'ha pure rassicurata sul fatto che non avrebbe avuto nessun obbligo d'acquisto e che la firma sul modulo serviva solo a dimostrare al superiore dell'agente l'avvenuto contatto. Un mese dopo la firma, la signora ha ricevuto una seconda visita e questa volta da due incaricati, che le hanno chiesto cosa avesse intenzione di acquistare: alla risposta della signora, che ha detto di non essere interessata a nessun acquisto non avendo nemmeno un lavoro, il venditore l'ha minacciata – riferisce la donna – di chiamare la polizia e farle causa nel caso in cui non avesse tenuto fede al contratto firmato.

"Il racconto delle due signore è esemplare, perché è esattamente ciò che testimoniano anche gli altri consumatori che ci stanno chiedendo di aiutarli – spiega Carlo Garofolini, presidente di Adico – dal momento che i malcapitati pensano di aver firmato solo una liberatoria per ricevere un catalogo, hanno lasciato trascorrere senza saperlo i 10 giorni che il Codice del Consumo stabilisce come termine entro il quale esercitare il diritto di recesso. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, quindi è bene non firmare nulla prima di aver chiesto consiglio a persone competenti".

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