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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Pensioni femminili più basse di quelle maschili ma le donne lavorano di più

Lo dice uno studio del sindacato Spi Cgil del Veneto: in media una pensionata del Veneziano percepisce un'entrata del 50% inferiore rispetto a quella di un collega maschio

Donne discriminate anche nelle pensioni. Oltre agli stipendi, per le lavoratrici decisamente inferiori a quelle degli uomini, anche gli assegni previdenziali confermano lo stesso poco invidiabile trend. Lo dice una indagine realizzata dallo Spi Cgil del Veneto: le pensionate della nostra regione percepiscono in media circa le metà dei colleghi maschi. Nel Veneziano la disparità è la più ampia.

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I dati

In Veneto la pensione media mensile sfiora i 930 euro lordi. Ma questo importo nasconde una realtà preoccupante. Infatti l'assegno medio mensile per gli uomini è di 1.268,12 euro mentre quello delle donne è di 665,39 euro, 602 euro in meno (-47,5%). I problemi riguardano tutte le anziane del Veneto, tenendo anche conto che le ultrasessantacinquenni nel territorio regionale sono circa 630 mila (di cui quasi 217mila ultraottantenni) contro i 480 mila over 65 maschi (di cui 120 mila over 80). «Lo Spi Cgil del Veneto denuncia da sempre e continuamente questa situazione – spiega Rosanna Bettella, responsabile coordinamento donne Spi Cgil Veneto -. E per il nostro sindacato l'attenzione verso la categoria delle pensionate è una priorità assoluta, non certo solo nel giorno della festa della donna. Questa situazione esiste perché una parte delle nostre pensionate provengono da esperienze lavorative discontinue e precarie e dunque possono contare su assegno previdenziali generalmente molto bassi e insufficienti per vivere una quotidianità quantomeno dignitosa».

Più occupazione femminile

Dal 2008 l'occupazione femminile è cresciuta in Veneto più di quella maschile. In 10 anni, rileva la Cgil, le dipendenti pubbliche e private sono salite di 62.695 unità, (35.865 gli uomini): una differenza che risulta ancor più marcata se si restringe ai soli contratti a tempo indeterminato dove le donne salgono di 48.640 posizioni mentre i maschi calano a -2.700 unità. La condizione lavorativa peggiora per qualità e salario: le donne restano segregate in retribuzioni basse. Il gap retributivo tra uomini e donne è del 35%, frutto di una differenza di 9.186 euro tra i 26.294 euro presi mediamente dagli uomini ed i 17.108 delle donne. Il 47,28% delle donne prende meno di 15000 euro annui (900 mese netti) e di queste i due terzi non superano i 10000 euro (667 netti mese). La condizione lavorativa è peggiorata rispetto a 10 anni fa, nonostante l'aumento dell'età delle donne che non ha portato significativi avanzamenti nelle carriere o condizioni lavorative più vantaggiose.

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