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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

CAOS EQUITALIA "Corruzione" Perquisizioni anche a Venezia

La Finanza sta acquisendo documenti nelle abitazioni e uffici delle cinque persone indagate. Un'inchiesta partita da Roma arrivata in laguna

Terremoto Equitalia. Un'inchiesta condotta dal nucleo di polizia tributaria di Roma, infatti, promette sviluppi a stretto giro di posta. Perquisizioni sono in corso nelle sedi della società di riscossione in molte città italiane, compresa Venezia. Le fiamme gialle, infatti, stanno cercando carte e documenti anche negli uffici dell'Inps e nelle abitazioni riconducibili ai cinque indagati. Sono 29 complessivamente le perquisizioni. Oltre che nel capoluogo lagunare operazioni sono in corso anche a Roma, Latina, Genova e Napoli.

Un ex dirigente di Equitalia, un attuale dipendente, un imprenditore, un commercialista ed un intermediario. Sono i ruoli dei cinque indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma sul giro di corruzione legato a fatti avvenuti nella società di riscossione. Gli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi, sono affidati dai pm Francesca Loy e Francesco Ciardi e riguardano, per il momento soggetti che hanno operato nell'area Equitalia sud. L'inchiesta ha preso le mosse dagli sviluppi di un altro procedimento giudiziario, quella che nell'aprile scorso ha coinvolto una famiglia di albergatori romani. Gli accertamenti della procura coinvolgono altri 13 tra imprenditori, professionisti e dirigenti delle agenzie di riscossione tributi.

Secondo le indagini, gli indagati avrebbero garantito vantaggi finanziari a imprenditori e professionisti, accogliendo istanze di rateizzazione di cartelle esattoriali anche in assenza dei requisiti. Ma non solo: inquirenti e investigatori ritengono che i cinque avrebbero anche interferito nelle procedure di versamento dei contributi previdenziali alterando così sia la correttezza dei dati relativi ai pagamenti, sia la loro visibilità, con l'obiettivo di ottenere la rinuncia, da parte dell'ente di riscossione, ad adottare procedure di esecuzione immobiliare.

Gli inquirenti ipotizzano diversi casi di corruzione: in alcuni casi i debiti di alcuni imprenditori sarebbero stati fittiziamente ridotti, in modo da consentirne la rateizzazione; in altri casi sarebbero state evitate esecuzioni immobiliari; in altri casi ancora sarebbero state fatte risultare come pagate alcune cartelle esattoriali senza che da parte dei debitori sia avvenuto alcun versamento.

Secondo fonti bene informate, non vi sarebbero funzionari o dipendenti della sede di Mestre coinvolti nell'indagine. Oltre che all'attività svolta nella città veneziana, i militari del nucleo di polizia valutaria delle fiamme gialle giunti da Roma hanno compiuto in Veneto anche una perquisizione nei confronti di un imprenditore, sulla quale non si conoscono al momento particolari.

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