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Cronaca

Pescatori alla finestra, potrebbero allentarsi i divieti sulle vongole

Il sottosegretario all'Agricoltura, Giuseppe Castiglione, annuncia il possibile abbassamento della quota vietata: da 2,5 a 2,2 centimetri

Via libera entro febbraio alla pesca delle vongole considerate sottotaglia; meno burocrazia per l'acquacoltura; oltre 970 milioni di euro a disposizione dei produttori grazie al programma operativo comunitario 2014-2020; nuove licenze di pesca in vista. Il sottosegretario del ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, fa il punto alle agenzie dei possibili traguardi che si attendono nelle prossime settimane per il settore della pesca. Uno su tutti sta mettendo in difficoltà le capitanerie veneziane: il divieto di pesca sottomisura delle vongole. Soprattutto i pescatori di Chioggia, dunque, stanno alla finestra. In attesa di capire se i vincoli cui ora devono sottostare spariranno effettivamente a partire da febbraio. Intanto il comparto inizia il nuovo anno avendo chiuso tutte le procedure di infrazione ai Trattati Ue.

"Siamo in attesa di una risposta imminente dalla Commissione Europea a cui abbiamo inviato il piano di gestione per far sì che il diametro delle vongole pescabili possa scendere dagli attuali 2,5 centimetri a 2,2 centimetri", fa sapere Castiglione, di fronte alle richieste di un settore che equivale a circa 60 milioni di euro. "Un risultato che porteremo a casa nelle prossime settimane grazie anche alla sinergia con il mondo scientifico - aggiunge Castiglione - i cui dati hanno dimostrato che catturare esemplari di 2,2 centimetri non incide minimamente sulla risorsa". Un verdetto molto atteso, ricorda la Federcoopesca, visto che pescare oggi un solo mollusco inferiore ai 2,5 centimetri stabiliti per legge, porta dritto a un processo penale, con sanzioni fino a 4mila euro.

Notizie positive anche per l'acquacoltura, su cui ha scommesso la nuova Politica comune della pesca dell'Ue. "Metteremo in campo delle procedure di semplificazione e sburocratizzazione per favorire lo sviluppo di questo comparto, costruendo un meccanismo di autorizzazione più semplice anche per quanto riguarda le concessioni demaniali", annuncia Castiglione, visto che oggi per fare un impianto in Italia servono anni, contro i sei mesi in Norvegia. Un bel passo avanti che, insieme al pacchetto di investimenti per l'Italia adottato nell'ambito del programma operativo 2014-2020, consentirà a pescatori e acquacoltori di affrontare il futuro con fiducia; potranno contare, infatti, su 978,1 milioni di euro, di cui 537,3 milioni di fondi provenienti dal bilancio Ue. "La parola d'ordine del futuro sarà coniugare sostenibilità e redditività", conclude Castiglione, secondo il quale occorrerà innanzitutto revisionare le licenze di pesca. "Ogni licenza - spiega - dovrà essere digitalizzata per garantire una maggiore trasparenza e contenere un numero ridotto di attrezzi, per far sì che le imbarcazioni possano specializzarsi ed essere partecipi e consapevoli nei piani di gestione".

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