Troppo caldo, soffre anche il pesce: "In laguna è una vera strage"
Le temperature eccezionali di queste settimane hanno provocato una morìa che sta mettendo in difficoltà i pescatori. Perdite fino al 40% del prodotto
Il caldo eccezionale non risparmia la pesca: nelle ultime settimane in mare si è registrata una vera e propria strage di vongole, cozze, orate, anguille, cefali e saraghi causata dalle alte temperature dell'acqua, che sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi in tutta Italia. E il Veneziano non fa eccezione. A lanciare l'allarme è la Coldiretti, con l'afa eccezionale che ha determinato un innalzamento delle temperature dei mari fino a valori che nelle acque vicino alla costa hanno raggiunto i 35 gradi.
Un "brodo" che comporta la fermentazione delle alghe e che priva l'acqua di ossigeno, portando alla morìa di pesci e molluschi con perdite fino al 40% del prodotto presente negli impianti. Il problema si avverte in particolare nelle aree lagunari, dove si sviluppano le attività di pesca e acquacoltura - spiega Coldiretti Impresapesca - che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese con migliaia di addetti, tanto che è stato chiesto lo stato di calamità. Ma la situazione, sottolinea Coldiretti, è grave anche nelle campagne, dove il caldo ha causato danni per oltre 200 milioni di euro e fa sentire i suoi effetti sugli animali, a partire dalle mucche che, stressate dal caldo, producono in media a livello nazionale il 10-15% in meno di latte.