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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Mirano / Via Parauro

Mirano, nomade preso a sprangate Auto distrutta, in dieci contro uno

Un 34enne della famiglia Braidic all'ospedale con traumi alla testa domenica. Commando rivale ha speronato l'auto, poi ha usato i bastoni

Scene da film, anche se non è la prima volta che il nostro territorio fa da sfondo a questo tipo di blitz particolarmente violenti. Domenica pomeriggio, tra la gente, a Mirano è andato in scena l'ennesimo pestaggio a suon di spranghe tra due clan rivali di nomadi. Il "commando", termine che appare azzeccato visto il modo quasi militare con cui sono entrati in azione i picchiatori, ha puntato l'auto della vittima designata in via Parauro, nelle vicinanze della rotatoria che collega a Salzano o all'entrata nuova del pronto soccorso del paese veneziano.

Il tutto è durato pochissimi minuti: i violenti hanno speronato l'altro veicolo, avvicinandosi con almeno due mezzi. Dopodiché sono scesi in una decina e hanno distrutto l'abitacolo dello sventurato a suon di sprangate. In mano dei bastoni di ferro, che naturalmente hanno impaurito non poco chi ha assistito alla scena. Il frastuono dei vetri in frantumi si è udito anche a una certa distanza, mentre il gruppo di malintenzionati si è poi concentrato sul conducente dell'auto. Completamente distrutta. Sono state botte da orbi. In circa dieci contro uno. Una violenza cieca, per certi versi spropositata rispetto alla situazione. Evidentemente Mirano è diventata scenario di una faida tra clan che si trascina da anni e che probabilmente riserverà in futuro ulteriori puntate. Almeno a giudicare dai meccanismi che si sono innescati in passato.

Dopo aver chiuso il pestaggio, il commando è risalito a bordo delle auto ed è scappato a tutta velocità. Intanto erano già arrivate segnalazioni sia alle forze dell'ordine che al 118, che ha fatto intervenire sul posto un'ambulanza del vicino ospedale. Il ferito, di 34 anni, è stato soccorso e sottoposto ad accertamenti: i traumi riportati si concentravano soprattutto sulla zona della testa, a testimonianza della brutalità del raid. Nonostante l'invito dei sanitari a rimanere in osservazione per la serata, il nomade ha invece deciso di firmare le dimissioni e di tornarsene a casa, ossia nel campo di via del Granoturco di Favaro Veneto.

Si tratta di uno dei Braidic, famiglia che si contrappone spesso ad un altro "clan", cui con ogni probabilità appartenevano i picchiatori. O meglio, l'avrebbe dichiarato ai sanitari il ferito, che comunque pare non fosse intenzionato a presentare denuncia (anche se le forze dell'ordine per casi di questo genere possono procedere d'ufficio). La prognosi per il ferito è di poco più di una settimana. Si tratterebbe di un "marcantonio" in grado di sopportare colpi molto violenti, fosse stata una persona più mingherlina lo scenario potenzialmente sarebbe potuto essere ben più preoccupante. 

Una vicenda che ricorda in maniera inquietante il pestaggio che andò in scena il 27 febbraio 2013 in via Altinia a Favaro Veneto: una donna in auto venne bloccata con modalità simili a quelle di domenica a Mirano. Scesero in quattro e iniziarono a prendere a sprangate il suo veicolo. Il tutto alle 17.47, in piena ora di punta. Per quel raid finirono in manette in quattro, appartenenti alla famiglia Braidic.

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