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Cronaca Mestre Centro / Via Piave

"Via le tasse comunali a chi apre negozi nelle zone calde della città", petizione al Comune

La proposta è del comitato CMP: "Attività e servizi come presìdi della legalità nelle aree degradate, detassate l'Imu. In questo modo si aiuterebbe anche il commercio di vicinato"

"Azzerate le tasse comunali per 5 anni a chi apre attività in aree degradate". E' la proposta che il comitato CMP a difesa del cittadino lancia all'amministrazione comunale attraverso una petizione che si prefigge l'obiettivo di mantenere alto il livello di attenzione sulle strade "calde" del centro mestrino e di Marghera. "E' un dato consolidato che, nelle vie urbane in cui ci sono le serrande abbassate, il degrado attecchisce più facilmente - spiega Luigi Corò, portavoce del comitato - come pure l'apertura di nuovi negozi favorisce il contrasto al malaffare". 

"Presìdi di legalità"

Secondo i proponenti della petizione, dunque, questa dovrebbe essere una delle priorità dell'amministrazione comunale, anche perché in Italia (è andato in onda un servizio sul tema proprio lunedì sera su Raitre nel programma PresaDiretta) non mancano gli esempi di realtà degradate recuperate "goccia dopo goccia" situandoci sedi comunali o di associazioni. Oltre che negozi e servizi. "Le attività commerciali, artigianali, fornitrici di servizi, direzionali diverrebbero cosi sentinelle e presìdi di legalità - continua Corò - L’obiettivo, in altri termini, sarebbe quello di incentivare nelle aree degradate l’apertura di nuove attività e il ritorno del commercio, compreso quello di vicinato". 

"Detassazione dell'Imu"

Due i nemici principali per chi intende aprire un'attività: la concorrenza della grande distribuzione e le tasse. "Va da sé che se si diminuissero o, meglio, si azzerassero i tributi locali nelle aree riconosciute a forte degrado, per almeno 5 anni, si incentiverebbero le riaperture - conclude il rappresentante del CMP - senza peraltro gravare più di tanto sulle casse comunali, dal momento che trattasi di unità immobiliari sfitte". Dall'iniziativa secondo il comitato dovrebbero essere esclusi esercizi "che tendono per loro natura a creare aggregazioni" come sale scommesse, negozi automatizzati, call center, negozi etnici, kebab e takeaway. 

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