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Cronaca Marghera

Pierre Cardin difende il suo sogno: "Il Palais? Un faro che illuminerà la città"

Lo stilista lunedì sera ha ricevuto al teatro La Fenice il "Leone d'oro", il massimo riconoscimento regionale: "Il grattacielo è ancora un sogno, ma darà lavoro a tutto il Veneto"

Lo stilista italo-francese Pierre Cardin ha ricevuto lunedì sera, al Teatro La Fenice, il premio 'Leone del Veneto' 2012, assegnato dal Consiglio regionale a cittadini veneti o persone di origine veneta che si sono particolarmente distinti. Il conferimento del riconoscimento a Cardin, nato novant'anni fa a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, prima di trasferirsi in Francia all'età di due anni, come si legge nella motivazione ufficiale, avviene "per l'ingegno, la tenacia, l'originalità che l'hanno condotto ai vertici internazionali dell'alta moda". "La sua sensibilità - prosegue la motivazione - lo ha guidato a cimentarsi con forme nuove, ad anticipare e a dettare tendenze, ad esplorare con lungimiranza e coraggio nuovi mercati".

Naturalmente tutte le autorità presenti in teatro avevano un solo argomento in testa: il Palais Lumiere, e lo stilista non si è sottratto. "E' come un faro che illuminerà tutta la città. Gratis...", ha dichiarato. Di battuta in battuta ("Sarà un giardino ecologico e darà una visione alle persone che abitano di fronte a Marghera: ci vuole coraggio per farlo... E sarà una visione veramente veneta, perché si vedranno anche Padova e Treviso. Certo non tutti potranno abitare lì e ci saranno sempre ricchi e poveri. Ma anche ai ricchi, i figli mangeranno i soldi che avranno messo da parte nella loro vita"), lo stilista è entrato infine nel concreto. "E' ancora solo un sogno - ha concluso - e non so ancora se si realizzerà. Ma penso che le autorità abbiano capito l'interesse sociale di far lavorare il Veneto".

Le radici, nonostante l'espatrio all'età di due anni, rimangono: "Il Veneto e l'Italia sono le mie origini; pur avendo ricevuto un'educazione francese, sono e mi sento più italiano che francese, perché credo che l'italianità sia un gene naturale - ha dichiarato Pierre Cardin - Ho fatto 47 volte il giro del Mondo - ha continuato - e ho sempre incontrato degli italiani, per il loro spirito d'avventura, scoprendo terre lontane e portando la loro cultura. A sedici anni sono rimasto deluso di non parlare la lingua italiana e così mi sono iscritto a una scuola di italiano in Francia, proprio per ricordare le mie origini".

Il racconto dal palco della Fenice si allunga: "A 20 anni, ho avuto la fortuna di incontrare grandi personalità, della moda e non solo - ha proseguito Cardin -. Ho comunque avuto la fortuna di aver fatto tutto quel che ho voluto, solo grazie al lavoro e al guadagno del mio lavoro; anche se è strano, preferisco lavorare che riposare o andare in vacanza". "Ho passato quattro generazioni ed è fin da bambino che sento parlare di crisi economica - ha rilevato -. Un consiglio? Io ho sempre creduto in me e ho sbagliato ogni volta che ho fatto quel che mi consigliavano. Alla superficialità preferisco la profondità, senza cui non ci sarebbe moda. E senza moda non ci sarebbero aziende, così come senza aziende non ci sarebbe occupazione. Anche la Cina, adesso, lo ha capito". Poi, dopo la consegna del premio, l'ultima battuta: "Adesso posso morire".

 

PALAIS CARDIN: LA CRONACA

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