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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Gaggio

A rischio la poiana della riserva di Gaggio: "Messa in pericolo dal veleno per topi"

Questi esemplari del tipo Buteo buteo si cibano di carcasse di roditori che se avvelenati da esche topicida, diventano la causa della morte del più grande rapace della pianura Padana

Ci sono tre esemplari di Poiana (Buteo buteo), il più grande rapace presente nella Pianura Padana, nella riserva di Gaggio. A confermarlo i censimenti della fauna ornitica del 2017. Ma questo uccello, la cui apertura alare arriva fino al metro e 40 di ampiezza, è messo in pericolo dal veleno per topi, spiega la Lipu, che lancia un appello: "La guerra ai roditori rispetti le regole sull'utilizzo di sostanze chimiche, stabilite dal "European Chemical Industry Council”.

La caccia

Questo uccello connotato dal forte mimetismo per favorire la caccia, rapace che predilige aree boscose con spazi aperti, si posiziona appollaiata su qualche ramo ed attende paziente le prede. Questa specie si nutre di rospi, lombrichi, chiocciole, uccelli, nidiacei, lucertole, leprotti, arvicole, topi, ratti e carcasse. Validamente si contrappone ai topi e ai ratti in costante aumento, ma, seppur protetta, è in progressivo e costante calo numerico.

Esche topicida

Dopo la compromissione degli habitat dovuto alla scomparsa dei grandi alberi, di boschi periurbani e dei filari delle siepi, uno dei rischi che per la vita di questi animali è l'ingestione delle carcasse di roditori avvelenati da esca topicida. La Poiana, come altre specie soprattutto di corvidi, non disdegna il cibarsi di questi animali morti, e ingerendoli può acquisire anche il veleno che ne ha cagionato la morte.

L'appello Lipu

Questa associazione invita enti pubblici e privati cittadini, a non usare esche topicida, anche per la loro pericolosa diffusione nell’ambiente circostante. Di rimuovere e smaltire le carcasse dei ratti morti come da vigente normativa (sono trattati come rifiuti speciali vista la carica di veleno che detengono). In alternativa si richiede di rivolgersi a ditte specializzate, o di attenersi alle linee guida sulle buone pratiche d’uso delle esche, a utilizzo biocida, a cura della “European Chemical Industry Council”.

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