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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Spinea

Sciopero mensa, ai bimbi panini preconfezionati: è rivolta a Spinea

Genitori in trincea per il pranzo servito ai figli mercoledì: "Avremmo potuto prepararli noi in giornata, il Comune avrebbe dovuto vietarlo"

Che c'era sciopero lo sapevano tutti, quello che non sapevano i genitori dei bambini che frequentano gli asili e le scuole elementari di Spinea è che al posto del solito menu con dieta tarata a puntino per una crescita armonica dei loro figli (originariamente erano previste pasta al pesto e arista di maiale) sono stati serviti dei panini pre-confezionati e sottovuoto. Quindi non certo con pane e prosciutto tagliati il giorno stesso. Il tutto a fronte comunque del pagamento del buono di oltre tre euro.

Gioco forza qualche genitore, ma non solo per un motivo economico, ha alzato la voce chiedendo il motivo per cui ai bambini sia stato presentato un panino sottovuoto (che di per sé non è un peccato e nemmeno un reato) con scadenza a maggio: "Avremmo potuto prepararli noi - spiega una mamma - ma dalla scuola non ci era stata data possibilità di scelta". In altri istituti, come l'Anna Frank, invece i genitori hanno avuto la possibilità di scegliere se preparare da sé il pranzo al sacco. Il tutto per effetto dello sciopero nazionale del comparto del turismo, di cui le cooperative addette alle mense scolastiche fanno parte. Dunque mercoledì anche i loro dipendenti hanno incrociato le braccia, facendo saltare i menu predisposti ad hoc. "Ero convinta che il cestino previsto per lo sciopero contenesse panini freschi preparati in giornata - dichiara una mamma di tre figli piccoli di Fornase - Il cestino deve rispettare le caratteristiche merceologiche e e tabelle dietetiche del capitolato in essere. Il pane per esempio aveva tra gli ingredienti olio di semi vari, emulsionanti e digliceridi degli acidi grassi. E non era specificato il tipo di formaggio utilizzato. Sicuramente questo pasto non è costato 5 euro alla ditta, anche perché non c'è stato servizio da parte delle addette alla distribuzione. Il Comune - conclude - avrebbe dovuto essere al corrente di quello che sarebbe stato somministrato ai nostri bambini e vietarlo".

All'orizzonte quindi la richiesta di diversi genitori di chiedere un possibile rimborso del buono, sondando anche il terreno per una possibile penale nei confronti dell'azienda addetta al servizio mensa. Si tratta comunque di spazi di manovra che appaiono piuttosto risicati.

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