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Cronaca Marghera / Via della Geologia

La nube e il falso messaggio d'allarme su WhatsApp: "Serve comunicazione più chiara"

La Filctem Cgil mette nel mirino telefonate e messaggi fuorvianti ai cittadini: "Vergognoso generare psicosi". L'assessore D'Este: "Giovedì denunceremo tutto alle autorità competenti"

Divampa l'incendio e divampano anche le polemiche dopo il rogo che ha interessato un capannone dell'azienda Ecoricicli in via della Geologia di Fusina. Il Comune, sul proprio sito istituzionale per la verità ha informato dell'incendio alle 10.30, non molti minuti dopo che era scattato l'allarme. Comunicazioni anche sui social network di Ca' Farsetti. Alcuni utenti Facebook hanno lamentato il fatto che non sono state attivate le sirene: "Alcuni dei miei colleghi non sapendo cosa stava accadendo hanno deciso di andare a casa", scrive una lettrice, mentre altri hanno sottolineato come sarebbe stato meglio aspettare prima di dichiarare il "cessato pericolo": "Deve valere il principio di precauzione". Le sirene non sono state attivate per il fatto che non c'era alcun rischio industriale in atto.

IL GIORNO DOPO: INCENDIO SPENTO, RILIEVI ARPAV A MIRA, AREA SEQUESTRATA

L'ASSESSORE D'ESTE: "DENUNCEREMO CHI HA DATO NOTIZIE FALSE"

TUTTI I DETTAGLI SULL'INCENDIO - FOTO, VIDEO, NOTIZIE

Capannone in fiamme a Porto Marghera

"DENUNCEREMO CHI HA DATO NOTIZIE FALSE" - Ciò che più ha preoccupato è stato il proliferare di informazioni fuorvianti, ingigantite dai social network. Si sono moltiplicati i messaggi su Whatsapp che invitavano a chiudere le finestre. L'opposto di quanto ufficialmente è stato messo nero su bianco dai vari Enti preposti: "Presenteremo querela di fronte alle autorità competenti, perché non ci si può permettere di dare informazioni non avendone magari le competenze necessarie - attacca l'assessore alla Sicurezza, Giorgio D'Este, che nel primo pomeriggio di mercoledì ha effettuato un sopralluogo all'interno dello stabilimento - Non c'è nulla da temere, tant'è che non abbiamo attivato il protocollo ad hoc per informare la popolazione per l'allarme chimico. Non ce n'era bisogno. Giovedì chiederemo ufficialmente di capire chi abbia messo in circolo informazioni false. E' procurato allarme"

L'ENORME NUBE IN CIELO - VIDEO

FILCTEM ALL'ATTACCO - "Come al solito persistono difficoltà sulla gestione del rischio e dell’informazione soprattutto ai cittadini, che si allarmano ogni volta che ora vedono fumo su Marghera - dichiara in una nota il sindacato Filctem Cgil - Da sempre su Porto Marghera esiste il sistema Simage che mette in rete pompieri, Arpav e aziende e attraverso il quale si è in grado di definire l’entità del rischio. Ma invece di avere notizie certe, apprendiamo di telefonate giunte da più parti che avvisano di chiudere finestre e barricarsi in casa. Questo alimenta una psicosi che per noi è vergognosa. Se ci fosse un grave rischio per la popolazione le sirene di Porto Marghera suonerebbero tutte".

IL MESSAGGIO DELLA DISCORDIA - C'è soprattutto un messaggio che ha causato molta confusione: "Arpav e Protezione Civile raccomandano di mantenere chiuse le finestre e di non uscire all’esterno degli edifici se non indispensabile pertanto, a scopo precauzionale, vi invitiamo ad attenervi a tali indicazioni. Per chiarezza la colonna di fumo al momento sta interessando le zone di Chirignago e Spinea, ma nel caso la direzione dei venti cambiasse non dobbiamo farci trovare impreparati". Si tratta di informazioni del tutto scorrette, su cui la stessa Veritas ha deciso di inviare un comunicato di spiegazione: "Una prima imprecisione è che il Simage ha diffuso Sms di tutt'altro tipo, con indicazioni comportamentali del tutto opposte - dichiara il gruppo - non ci sono ricadute né a Chirignago, né a pinea. In nessun caso la nube poteva andare a nordovest. Terza imprecisione - conclude - nessun Ente ha dichiarato una emergenza relativa a un incidente chimico rilevante, nel caso sarebbero stati attivati gli allarmi sonori, ovvero le sirene esistenti nelle zone di Marghera, Malcontenta e Mira. L’impianto di Eco-Ricicli, in particolare la sua sezione che tratta gli ingombranti, non rientra certamente nelle industrie a rischio come censite dalla Legge SEVESO, inoltre chi ha scritto il messaggio dichiara la propria ignoranza poiché il Piano di Emergenza Esterno per i rischi industriali non è del Comune di Venezia, ma della Prefettura di Venezia".

Su questi episodi la Filctem Cgil va all'attacco: "Come è possibile che alle scuole arrivino telefonate che avvertono di chiudere le finestre, non solo nella nostra zona ma addirittura fino ai confini della provincia? - si chiede la Filctem Cgil - Quando dovrebbe essere la stessa Arpav collegata al sistema Simage a dare una comunicazione quasi simultanea di quanto sta accadendo? I cittadini che dovrebbero essere informati, e non disinformati o allarmati, vengono indotti assumere una gestione del rischio sbagliata perché lasciata al caso o peggio strumentalizzata. Il comune di Venezia dovrebbe da subito attivarsi per informare la popolazione, utilizzando i mezzi descritti".

L'incendio che è divampato mercoledì mattina ha indotto Roberto Trevisan, portavoce dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera, a sottolineare come "il rischio industriale è ancora fortemente presente. Il susseguirsi​ di incidenti, l'ultimo qualche mese fa all' impianto Versalis, oggi su di un'impianto appena messo in marcia, dimostra che le aziende in primis devono investire in manutenzione, controllo, sicurezza. È preoccupante che in un'impianto nuovo come quello di Veritas il sistema antincendio si sia dimostrato inadeguato. Serve perfezionare - continua - il sistema di allertamento e informazione che deve riuscire a coordinare l'area veneziana con il mirese/miranese per evitare gestioni differenziate di info alla popolazione. In un'area densamente industrializzata di impianti ad alto rischio, l'effetto domino è una variabile importante. Se l'incendio avesse raggiunto il vicinissimo deposito di carburanti della Decal sarebbe stato un disastro. Questo deve imporre alle istituzioni di bloccare tutti quei progetti che possono ulteriormente aumentare il rischio industriale, ad esempio, l' ultimo in ordine temporale, presentato dalla stessa Decal di costruire un mega deposito di gas GNL a poca distanza dalle abitazioni".

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