Polizia Metropolitana: "Futuro a rischio. La sicurezza non era il cavallo di battaglia?"
La Funzione Pubblica della Cgil punta il dito contro "il lungo periodo di incertezza trascorso, per il Corpo, e le trattative che si starebbero svolgendo per la cessione dei beni mobili e immobili"
"Anni trascorsi in una continua condizione di incertezza, quelli dal 2015, per il Corpo della polizia provinciale, ora polizia Metropolitana del Veneziano - scrive la Funzione Pubblica Cgil - senza più alcun capo di vestiario fornito agli agenti, sedi che stanno per essere cedute, auto in procinto di essere vendute per volontà del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Ma la sicurezza - si chiede il segretario Fp Cgil, Daniele Giordano - non era il suo cavallo di battaglia?".
Confronto pubblico
"Riteniamo indispensabile che si apra immediatamente un confronto pubblico sul futuro della Polizia Metropolitana che rischia di essere smantellata contro l’interesse dei cittadini e dei lavoratori - scrive Giordano -. In questo momento non vi è alcuna certezza che il personale della polizia metropolitana passando alla Regione, come previsto dalla Corte Costituzionale, mantenga la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, aspetto determinante se non si vuole istituire un corpo privo di reali funzioni. Dal 2015 non è stato fornito alcun capo di vestiario, nonostante l’usura dell’uniforme sia stata segnalata più volte da parte degli agenti, e la Regione Veneto sia intervenuta stanziando fondi finalizzati al mantenimento del servizio”.
"Un Corpo indispensabile"
"In circa 5 anni anni - spiega Giordano - siamo passati dalle 40 unità ai circa 22 agenti oggi in servizio, inclusi quelli che svolgono attività amministrative, in un quadro in cui i compiti svolti e i settori da presidiare non sono certo diminuiti. La polizia Provinciale vigila sull’attività di caccia, nell’interesse dei cittadini, e sull’ecosistema lagunare, e opera un controllo strategico sulla raccolta e la provenienza del pescato, in particolare ad esempio sulla provenienza e la garanzia di salubrità delle vongole. Proprio ora che potrebbe realizzarsi il passaggio verso la Regione Veneto, pare che stia succedendo qualcosa di strano, che può minare la funzionalità stessa del corpo".
La sede di San Donà
"In questi mesi - fanno sapere dalla Funzione Pubblica Cgil veneziana - pare si sia valutato di cedere la sede della polizia Provinciale di San Donà all’Istituto Zooprofilattico: niente di strano, se non fosse che gli agenti della sede non hanno ancora una sede assegnata. Inoltre i beni strumentali in dotazione alla polizia (compresi gli immobili), dovrebbero seguire le sorti del Corpo, per garantirne la funzionalità e la continuità d’esercizio, secondo la legge. Stessa sorte, cioè la cessione, pare stia toccando anche a 2 auto della polizia. Che potrebbero essere donate a un’associazione di guardie volontarie che ha siglato una convenzione con il Comune, nella gestione dei comitati di controllo del vicinato, e non con la Città Metropolitana di Venezia (due enti locali distinti)".
"Brandelli di polizia Metropolitana"
"È il colmo - scrive Giordano -: il sindaco sceriffo, che ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia, smantella un Corpo di polizia e ne dà i brandelli ai volontari? Eppure il Corpo serviva, quando si è trattato di supplire al personale di vigilanza del Comune di Venezia per il contrasto al moto ondoso nell’estate del 2017. Bisognerebbe ricordare al sindaco Brugnaro che la Città Metropolitana di Venezia non è il Comune di Venezia, e gli altri 43 comuni che la compongono potrebbero richiedere gli stessi servizi. Pare che proprio in queste ore si stia valutando di assestare un altro colpo alla polizia Provinciale: si è chiesta la rilevazione fotografica delle barche in dotazione. A chi si cederanno questa volta? Chiediamo ai sindaci e ai consiglieri Metropolitani di intervenire immediatamente, affinché ancora una volta non venga accettata una logica che smantella i servizi pubblici e toglie presidi fondamentali a difesa dei diritti dei cittadini".