"Fu un pestaggio immotivato", poliziotti condannati per le botte sulla volante lagunare
Mercoledì la sentenza del giudice: nel 2009 i 2 fratelli denunciarono un presunto pestaggio da parte di 4 agenti dopo un controllo. Per le forze dell'ordine pene di 39 e di 42 mesi
Mano pesante del giudice nei confronti dei 4 poliziotti accusati di lesioni dopo un intervento del 2009 in zona campo Santa Margherita, quando bloccarono e portarono in questura due fratelli (ora l'uno 31enne, l'altro 33enne) per accertamenti. Quest'ultimi hanno denunciato di essere stati picchiati senza motivo, dopo essere stati bloccati dagli uomini in divisa, durante il trasporto verso la questura.
La sentenza
Il giudice alle 14 di mercoledì ha condannato gli agenti imputati a pene comprese tra 3 anni e 3 mesi e 3 anni e 6 mesi. Un agente, a un 46enne originario di Olbia, è stata comminata una pena più pesante perché con ogni probabilità giudicato colpevole di aver colpito con un calcio ai genitali il fratello più piccolo della coppia. Assolti perché il fatto non sussiste proprio i due fratelli (dovevano rispondere di resistenza a pubblico ufficiale), oltre che il loro padre (era imputato per diffamazione assieme a uno dei figli) e la madre, che quella notte andò in escandescenze in questura. Le erano stati contestati i reati di ingiuria e minaccia a pubblico ufficiale.
Tutti imputati: condannati e assolti
L'episodio contestato si verificò il 2 aprile 2009, in fondamenta dei Cereri a Venezia. Nonostante la prescrizione incomba sul processo, scattando ai primi di gennaio dell'anno prossimo, il giudice ha disposto una provvisionale di 20mila euro per il ragazzo che ebbe la peggio durante il presunto pestaggio sulla volante lagunare, mentre suo fratello, di 2 anni più grande, dovrà essere risarcito con 4mila euro per aver assistito alla presunta violenza. Il risarcimento danni dovrà essere stabilito in sede civile, mentre i 4 poliziotti sono stati condannati a pagare anche le spese processuali per un totale di circa 10mila euro. Se a livello penale tutto sarà cancellato dalla prescrizione, i risarcimenti invece dovranno essere pagati. A meno che in appello la sentenza non ribalti il quadro.
L'Ugl Polizia di Stato: "Come possiamo continuare a lavorare?"
Sulla vicenda, a difesa dei colleghi, è intervenuto il sindacato Ugl polizia di Stato: "La sentenza evidenzia ancora una volta come al giorno d’oggi sia sempre più difficile lavorare senza strumenti normativi adeguati che vadano a tutelare le forze dell’ordine durante il compimento del proprio dovere - si legge in una nota - Conosciamo di persona i colleghi, che avranno sempre la nostra stima, ma mai avremmo pensato ad una condanna simile. Pur rispettando la sentenza ma non condividendola, una riflessione va fatta. E' ancora possibile poter continuare a lavorare per sedare risse, liti o altri interventi delicati, che necessitino l’uso della forza, senza avere con noi pistola elettrica taser al fine di scongiurare il corpo a corpo e strumenti normativi di massima tutela nei confronti delle forze di polizia?".