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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Santa Croce / Piazzale Roma

Poliziotti e pompieri in protesta: "Il sistema è prossimo al collasso"

Le forze dell'ordine e di pronto intervento del Veneziano martedì hanno manifestato sotto la pioggia scrosciante per chiedere risposte all'esecutivo

Poliziotti e vigili del fuoco saltano dall'altra parte della barricata, almeno per un giorno. Sotto la pioggia torrenziale di martedì, infatti, le forze dell'ordine hanno manifestato anche a Venezia per chiedere risposte al governo.

LE MOTIVAZIONI – Stando a quanto scrivono gli stessi manifestanti nel volantino distribuito lungo le calli del del centro storico, la protesta di martedì è stata lanciata contro “la proroga anche per il 2014 e per il quarto anno consecutivo del blocco del tetto salariale, un provvedimento legislativo che determina una ingiustificata e gravissima sperequazione tra il personale ed una riduzione stipendiale di migliaia di euro all'anno per ogni dipendente”, ma anche in contrasto al “tentativo di riduzione degli stipendi con l'abrogazione dell'articolo 202 dello statuto degli impiegati civili dello stato”. Poliziotti e pompieri si dicono quindi contrari ai “tagli delle risorse per il pagamento del lavoro straordinario con il rischio di determinare il collasso del sistema sicurezza e soccorso pubblico nella fase di gestione delle innumerevoli emergenze del Paese” e contro “il blocco del turn-over con la revisione strutturale degli organici, la costante riduzione delle assunzioni, ed il progressivo e costante innalzamento dell'età media del personale che è già attestata sui 45 anni”. Contestato anche “il rifinanziamento, con oltre 40 milioni di euro per i primi sei mesi del 2014, del progetto "strade sicure" che si è dimostrato inefficace negli anni precedenti e che prevede l'attribuzione di un'indennità riservata al personale delle forze armate con esclusione di quello delle forze di polizia, nonostante il servizio venga svolto congiuntamente”; nella polemica anche “il taglio delle risorse per le missioni del personale che determinerà una contrazione dell'impegno nella lotta alle diverse forme di criminalità organizzata; l'ulteriore proroga del blocco della rivalutazione del trattamento previdenziale e l'ulteriore allungamento dei tempi di percezione del trattamento di fine servizio”

LE RICHIESTE – Sempre nel volantino distribuito martedì per Venezia si leggono anche le rivendicazioni delle forze dell'ordine, che domandano “lo sblocco del tetto salariale che consenta il superamento dell'attuale normativa e dei suoi effetti dannosi ed iniqui per il personale; la revisione del modello di sicurezza e la razionalizzazione dei presidi per una maggiore efficienza ed efficacia del servizio per garantire più sicurezza ai cittadini e per una razionalizzazione nell'impiego delle risorse pubbliche che riduca sprechi e sovrapposizioni”. Poliziotti e vigili del fuoco chiedono inoltre “una legge delega per un riordino ordinamentale delle carriere del personale efficace e coerente con un nuovo modello di sicurezza e che valorizzi la professionalità dell'operatore di polizia e dei vigili del fuoco”. Infine le forze dell'ordine chiedono “il rispetto del principio di equiordinazione, stabilito anche dalla Corte Costituzionale per tutto il comparto, relativamente al cosidetto scivolo d'oro che prevede, solo per i militari, la possibilità di accedere alla pensione 10 anni prima del limite previsto”.

SCIOPERO BIANCO - “Nonostante tutto ciò - si legge sempre nel pamphlet - i poliziotti ed i vigili del fuoco continuano a lavorare e ad ottenere significativi successi nella lotta contro la criminalità, nella gestione del sistema carcerario, nell'erogazione dei servizi per i cittadini e nelle attività di ordine, sicurezza e soccorso pubblico per garantire ogni forma di pacifica e legittima manifestazione ed espressione di democrazia partecipata. Oggi però gli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico – scrivono gli agenti in protesta - hanno il dovere morale di avvisare i cittadini che il sistema è prossimo al collasso, con pesantissime ed irreversibili ricadute sul mantenimento dei livelli minimi di efficienza e di erogazione dei servizi. Il governo non può continuare ad ignorare questa situazione e continuare a contare solo sul senso di responsabilità, di rispetto dello stato e delle istituzioni e dell'impegno che continuano a garantire gli operatori del settore”.

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