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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Cannaregio / ponte San Giovanni Grisostomo

Tutti uniti per il "soldato Quo", in difesa del "ponte dei Zogatoli"

È iniziata da facebook la battaglia per preservare la statua di lego a San Giovanni Grisostomo e garantire finalmente la doppia titolazione al ponte

Una statua di Lego, un papero dei cartoni, che si erge a difensore di tutto il centro storico. Non è una favola uscita dalla matita di un fumettista fantasioso, ma quello che sta succedendo a Venezia, dove il celebre “Quo” di mattoncini che da decenni fa capolino da una finestra sopra il ponte di San Giovanni Grisostomo è diventato il simbolo dei veneziani che resistono, che non si piegano davanti alla mercificazione della città e che vogliono mantenere intatte cultura e tradizioni, anche quelle più piccole. Perché se per qualcuno il papero di plastica può sembrare solo una frivolezza, per molti altri è l'emblema di una Venezia che, purtroppo, oggi si fa fatica a trovare tra i negozi di souvenir e le maschere fatte in serie.

APPELLO ONLINE – Tutto sembra essere nato da una pagina facebook, creata da un veneziano anonimo per difendere quel piccolo monumento in mattoncini colorati. In pochi giorni il profilo “Quo Libero” (poco importa che secondo il “canone Disney” nella maggior parte dei casi al cappello verde corrisponda in realtà Qua) ha lanciato la sua campagna, fatta non solo di social ma anche di volantini stampati e appiccicati per tutta la città: si chiede di “salvare il compagno Quo”, liberandolo dalla polvere e restituendo lustro alla sua vetrina. D'altronde Quo uno che resiste lo è davvero: quando lo storico negozio di giocattoli sul ponte, quel “Molin” che per decenni è stato sinonimo di divertimento e di magia per tanti piccoli veneziani, ha dovuto cedere il posto ad un negozio di scarpe Quo è rimasto lì e, ancora, quando sono arrivate al posto delle calzature le carabattole per turisti Quo è riuscito a mantenere la sua posizione, baluardo impolverato di un passato che non vuole cedere.

LA VOCE GIRA – La pagina facebook, che ha subito conquistato una marea di sostenitori, ha attirato l'attenzione dei quotidiani e del gruppo Venessia.com, che si è mobilitato per difendere il giocattolo in Lego inviando una richiesta protocollata al Comune per certificare l'importanza del “compagno Quo” e, nello stesso frangente, chiedere la doppia titolazione per il ponte. Infatti, nell'occasione, i veneziani hanno deciso di provare a rendere ufficiale il nome colloquiale con cui tutti conoscono gli scalini di San Giovanni Grisostomo, ovvero quel “ponte dei zogatoli” che tutti conoscono. Alla battaglia si sono uniti anche i due gruppi online “Masegni Puliti e Splendenti” e “il Passato e Presente dei Nizioleti”, anche loro difensori di una “venezianità” ormai difficile da trovare tra calli e campielli. La soluzione, secondo i residenti, è facile: come in tanti (tantissimi) altri luoghi del centro storico basterà aggiungere un “già” per mantenere vive le due “nomine” del ponte, che diventerebbe così “dei Zogatoli già San Giovanni Grisostomo”. Ma le iniziative non sono finite qui: qualche speranzoso fan di Quo ha infatti scritto alla stessa sede centrale Lego, sperando che l'azienda danese faccia sentire la sua voce. Per ora a Copenaghen tutto tace, ma Venezia ha già deciso: Quo deve restare dov'è, per continuare a incantare i bambini di ogni tempo, anche nell'era degli smartphone e dei giochi in Flash.

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