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Sanità

Il Veneto ha svuotato l'83% delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie

Il dato si riferisce a screening, operazioni e visite specialistiche non urgenti bloccate nel periodo pandemico

Le aziende sanitarie del Veneto hanno recuperato l'83% delle prestazioni sanitarie non urgenti sospese, per quattro volte, tra marzo 2020 e febbraio 2022. A comunicarlo è stata Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità, nel corso di un punto stampa sul piano operativo ministeriale che ha garantito 40 milioni di euro alla Regione per svuotare le liste d'attesa.

Secondo i dati forniti, delle 450 mila prestazioni accumulate, ne sono state "smaltite" circa 374 mila. Dei 63.154 pazienti in lista d'attesa per un ricovero ospedaliero, 35.548 (56%) sono stati operati, mentre per 13.015 (21%) c'è stato il "drop out", ossia l'interruzione o la rinuncia alla prestazione. A oggi ne restano da smaltire 14.571 (23%).

Sul fronte delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, delle 224.426 pendenti, 187.992 sono state eseguite o prenotate (84%); 35.718 sono state le rinunce, mentre il residuo ammonta a 716 unità. Sono invece 34.245 (77% del totale) i pazienti operati in chirurgia ambulatoriale, con poco più di 4.500 persone in lista d'attesa e un "drop out" del 12%. Resta infine un residuo di 3.465 screening oncologici ancora da effettuare (3%), a fronte di 80.252 prestazioni erogate (68%) e 34.538 rimodulate (29%).

«Sono dei dati che reputo molto buoni» - ha sottolineato Lanzarin, a maggior ragione se si considera che «fino all'estate 2022 abbiamo affrontato mesi impegnativi sul fronte del contenimento della pandemia». Nel frattempo il Veneto è in attesa, così come le altre Regioni, del nuovo finanziamento ministeriale, previsto in 500 milioni di euro, per "aggredire" ulteriormente le liste d'attesa, anche quelle accumulatesi con le nuove prescrizioni. «A occhio e croce - ha precisato Lanzarin - al Veneto dovrebbero spettare altri 40 milioni».

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