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Cronaca Marghera

Porto Marghera esclusa dalle aree di crisi, Filctem Cgil: "incomprensibile e inaccettabile"

Il sindacato ha richiesto un tavolo urgente per trattare la delicata questione e invertire il senso di marcia. "Senza i fondi, impossibile la riqualificazione dell'area industriale"

Una situazione molto complessa, con le industrie si svuotano e la perdita di posti di lavoro che continua inesorabile. Nonostante tutto, però, Porto Marghera, una delle aree industriali più importanti d'Italia, con il decreto correttivo del "Jobs Act" è stata esclusa dai finanziamenti per le aree di crisi. Una scelta che ha messo in allarme in sindacati, vista come incomprensibile e inaccettabile.

Un declino costante. "La chiusura di Sirma e Vinyls, di Montefibre, il dimezzamento dell’attività di Solvay, la cessazione di Dow Chemical, il disimpegno di Syndial e la profonda incertezza sugli ultimi impianti rimasti, come cracking del petrolchimico di Porto Marghera, - spiegano dalla Filctem Cgil Venezia - costituiscono alcuni esempi concreti di scomparsa dal panorama produttivo territoriale, senza sostituzione né rimpiazzo. Situazioni che ci fanno capire l'entità del danno, in termini occupazionali e imprenditoriali. Relativamente al settore artistico del vetro di Murano, basti dire che negli ultimi 4 anni sono morte più di 42 aziende".

"Mentre una società come la Pilkington - continuano i sindacati - che si trova poco distante la struttura Aquae di Expo Venice, dopo la chiusura del forno primario circa 3 anni fa, si trova a fare i conti con la possibilità che il luogo su cui opera intralci i progetti riservati al turismo sostenuti dal Comune di Venezia. Stessa sorte per la Raffineria, che dopo un piano di riconversione verso il bio-diesel costato oltre 300 posti di lavoro, vive la stessa incertezza della Pilkington, da cui dista pochi metri".

In termini occupazionali, nel settore del vetro, è stata stimata una perdita di circa 1750 posti di lavoro, negli ultimi 4-5 anni, non rimpiazzati. "Parliamo ovviamente di lavoratori diretti, mentre il numero degli indiretti supera di gran lunga la cifra. Molti di questi disoccupati sono andati in cassa integrazione e in mobilità, ma i sussidi conosceranno il loro esaurimento a breve, lasciando molte, troppe persone senza sostegni al reddito e totalmente allo sbando. Sappiamo bene che i piani di riconversione e tutte le proposte avanzate per far ripartire le aziende dismesse, come nel caso di Vinyls, si sono risolti in un nulla di fatto.

"Penso valga la pena ricordare che queste aree sono strutturate, sono appetibili, offrono numerose opportunità, ma queste si estinguono se non accompagnate da volontà politica e opportuni strumenti di legge allo scopo - ha sottolineato Riccardo Colletti - Alla luce di questo, riteniamo assolutamente inspiegabile l'estromissione di Porto Marghera e di Murano dalle aree di crisi. Come pure inutile e fuorviante è la ricerca di scusanti per scaricare la colpa su qualche istituzione, ora la Regione piuttosto che il Comune, lo Stato. Visto il poco tempo a disposizione chiediamo di convocare un tavolo urgente per trattare adeguatamente questo argomento, invertendone l'attuale senso di marcia".

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