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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Porto off-shore Venezia, ad agosto attesa la valutazione ambientale

Il sistema che permetterà di allontanare le navi più inquinanti, petrolifere e portacontainer, dalla Laguna, consentendo anche la riconversione di ampie aree dismesse dall'industria pesante a Marghera

Conto alla rovescia per la Valutazione d'impatto ambientale ('Vià) per il porto Off-shore di Venezia, il sistema che permetterà di allontanare le navi più inquinanti, petrolifere e portacontainer, dalla Laguna, consentendo anche la riconversione di ampie aree dismesse dall'industria pesante a Marghera.

Il progetto del porto off-shore veneziano prevede un sistema integrato che comprende un terminal 'plurimodale' d'altura e una piattaforma a terra di ricevimento. Il terminale offshore, posto a otto miglia nautiche dalla costa, davanti all'imbocco di Malamocco dove c'é un fondale di 20 metri, comprende una diga foranea a protezione delle funzioni petrolifere ed è collegato a terra con un oleodotto fino all'Isola dei Serbatoi di Porto Marghera.

La piattaforma a terra che comprenderà anche un'area automatizzata, sarà collegata con la ferrovia e con il sistema fluviale e sorgerà nei 90 ettari dell'area MonteSyndial, sempre a Porto Marghera. Lì verranno scaricate le chiatte provenienti dal terminale d'altura. Nei primi giorni di agosto i tecnici del ministero dell'ambiente presenteranno i risultati della 'Via' (il cui iter é cominciato nell'ottobre scorso), secondo quanto ha annunciato nei giorni scorsi il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, durante l'incontro sulle Grandi Navi.

La Commissione, in particolare, sta lavorando sull'integrazione del progetto del terminal di terra dell'area Montesyndial, protocollato nei giorni scorsi, e per la cui realizzazione dovrebbero essere impiegati 11 mila addetti. Il documento è pubblico, si può scaricare dal sito del Ministero dell'Ambiente, e chiunque può presentare entro e non oltre il 12 luglio note critiche e richieste di migliorie. Sarà quindi la commissione Via a valutarle prima di chiudere la procedura e passare la pratica al Comitato interministeriale che dovrebbe riunirsi in tempi brevi.


Oltre a quello dell'offshore, c'é infatti da affrontare il tema dell'applicazione del decreto rotte degli ex ministri Corrado Clini e Corrado Passera e per questo il 25 luglio è stata fissata la seconda riunione operativa del tavolo sulle grandi navi a Roma. Sul porto d'altura invece il Comune ha presentato osservazioni molto dettagliate circa l'impatto che le isole provvisorie, necessarie per scavare l'oleodotto potrebbero avere sull'ecosistema lagunare, sull'aumento di traffico pesante a Porto Marghera che per l'amministrazione va contenuto e da ultimo sulla necessità di rivedere i tubi che dall'Adriatico arrivano in raffineria.


A regime, il porto off-shore, che non ha mancato di scatenare critiche, soprattutto per la concorrenza che potrebbe fare a Genova e a Trieste (grazie alla nuova piattaforma il Porto di Venezia sarà tra i pochi in Italia dove potranno attraccare navi da 20.000 Teu), dovrebbe generare un fatturato di 5,5 milioni di euro l'anno con le infrastrutture di Porto Marghera. Da un punto di vista ambientale, i vantaggi promessi non sono pochi (e su questi si pronuncerà appunto la commissione Via). Con questo sistema, infatti, non solo si potrà ridurre l'impatto ambientale della navigazione delle grandi navi all'interno della Laguna, ma anche la necessità dell'escavazione dei canali portuali. L'uso poi di un sistema integrato con ferroviario e fluviale consentirà anche di ridurre le emissioni di gas serra: per ogni container movimentato verso Monaco via Venezia anziché attraverso un porto del Nord Europa possono essere emessi fino a 97 kg di CO2 in meno.(ANSA).

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