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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Porto di Venezia, bene nonostante i limiti. Brugnaro, pressing su Roma

Sulla crocieristica Vtp e Clia parlano di inerzia pericolosa: "Se va in crisi Venezia allora va in crisi tutto il mare Adriatico. Il Governo decida velocemente"

"La crisi per il porto di Venezia significa crisi per tutto l'Adriatico": è lo scenario preoccupante tracciato dal presidente di Venice Terminal Passeggeti (Vtp), Sandro Trevisanato, in occasione della presentazione del libro "Venezia, Marittima 1999-2015". "Più del novanta per cento delle navi sopra le 40mila tonnellate in Adriatico fa scalo in laguna - ha detto - Una crisi di Venezia, dunque, sarebbe pericolosa per tutti i traffici dell'Adriatico". "C'è la prova - continua - che quando cala il traffico a Venezia, cala il traffico di tutti i porti italiani e croati dell'Adriatico. Chi deve decidere ne tenga conto: se cala Venezia non ne beneficia Trieste, ma, ad esempio, Sudafrica e Cina, perché le navi non vengono più in Adriatico".

GRANDI NAVI. Così torna pesantemente al centro dell'attenzione la questione grandi navi: "Quando dal 1977 al 2000 - sottolinea Trevisanato - transitavano davanti a San Marco 12mila navi, compreso il traffico commerciale, nessuno protestava. Si protesta adesso, quando, dopo la scelta molto felice di dividere completamente i traffici e dopo aver spostato i traghetti a Fusina, nel 2014 sono passate 708 navi". Il problema, secondo i vertici di Vtp (ma anche secondo il sindaco Luigi Brugnaro e l'autorità portuale) è che il traffico crocieristico potrebbe subire un drastico ridimensionamento a causa di un'indecisione che va avanti da anni: "Chiuderemo quest'anno a quota 1.600.000 passeggeri - spiega Trevisanato - e già questo è stato un successo, dopo l'introduzione del limite delle 96mila tonnellate". Quello introdotto con il famoso decreto Clini-Passera e poi annullato dal Tar del Veneto, definito "antistorico" da Vtp perché "porta qui navi più obsolete e insicure".

I DATI. "Dai 300.000 passeggeri degli anni Duemila - ha ricordato - siamo arrivati, nel 2013, a 1.815.000 crocieristi, raggiungendo i 2.200.000 con aliscafi e traghetti, con bilanci che sono decuplicati, da quattro a quaranta milioni di fatturato. Nel 2014, quando è stato posto il primo limite ai transiti, siamo scesi a 1.700.000, con il 60% delle navi sopra le 96.000 tonnellate. Il rischio era quindi quello di perdere il 60% dei traffici, ma questo non è avvenuto grazie all'aiuto delle grandi compagnie da crociera, all'impegno di Vtp nella realizzazione di nuovi terminal e a quello di tutte le circa duecento imprese locali che beneficiano delle attività del porto, che hanno dimostrato notevoli capacità di adattamento. Perché il successo di questo scalo, diventato nono porto al mondo, terzo porto europeo e primo home port europeo, non è determinato solo dall'appeal di Venezia, ma anche da infrastrutturazione, qualità dei servizi, strategie e supporto straordinario della filiera". "Questa grande capacità di reazione - ha però ammonito - non basta: se la politica non dà certezze, il porto di Venezia è destinato a morire".

TRESSE NUOVO. Il tema delle grandi navi è stato al centro anche dell'intervento del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: "Paolo Costa - ha esordito il primo cittadino - sta facendo una battaglia abbastanza isolata su un tema di totale consenso: lo hanno espresso i cittadini nelle urne e io sono qui a fare da garante. Al governo chiedo solo che non ci impedisca di lavorare: siamo totalmente d'accordo sull'impedire il passaggio davanti a San Marco e, non a caso, abbiamo indicato una strada alternativa, mandando già venti giorni fa le carte al Governo, a cui spetterà la decisione". La proposta è quella del "Tresse nuovo", un progetto di escavo in laguna che permetterebbe alle grandi navi un nuovo itinerario con arrivo alla Marittima. "I temi che hanno riempito le pagine dei giornali - ha aggiunto Brugnaro - sono stati i racconti di coloro che si oppongono alle crociere, ma nessuno si è domandato chi sono il milione e 800.000 persone che hanno scelto Venezia. Nel bilancio di Vtp, ce ne è anche uno di non scritto: la quantità di comunicazione che Venezia ha ricevuto indirettamente". "Il porto offshore - ha concluso il sindaco - avrà grande rilevanza per Porto Marghera, consentendoci un ulteriore scatto in avanti: noi lo sosterremo con forza".

VENEZIA INSOSTITUIBILE. "Trieste è un gran bel porto, ma non può sostituire Venezia": lo ha dichiarato il direttore di Clia Italia, Francesco Galietti, ricordando l'importanza del fattore tempo nella scelta delle alternative al passaggio nel bacino di San Marco. "La situazione è paradossale e molto pericolosa, per la natura dell'industria crocieristica, che, come è arrivata, così se ne può andare. Fate presto, perché è già tardi: prima viene effettuata questa scelta, meglio è, perché abbiamo già visto i danni dell'inerzia decisionale". "Abbiamo seguito - ha concluso Galietti - gli sviluppi della vicenda della rotta alternativa attentamente e con comprensibile apprensione, consci che, se Venezia perde la qualifica di home port, tutto l'Adriatico sarà cancellato dalle rotte".

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