Lucia Manca: corsa contro il tempo contro la scarcerazione di Dekleva
Se entro il 31 gennaio, a un anno dall'arresto, l'informatore farmaceutico accusato di omicidio della moglie non verrà rinviato a giudizio scadranno i termini della carcerazione preventiva
Dopo mesi di perizie e controperizie, ora il tempo sta per scadere. Inesorabili scivolano via i giorni che separano Renzo Dekleva, accusato dell'omicidio della moglie Lucia Manca, verso qualcosa che neanche lui aveva mai osato chiedere: la scarcerazione. Se il 31 gennaio 2013, un anno esatto dopo l'arresto del'informatore farmaceutico, non ci sarà il rinvio a giudizio, il giorno seguente il giudice dovrà concedere la libertà al 54enne, perché saranno scaduti i termini della carcerazione preventiva.
Il pubblico ministero Francesca Crupi, quindi, dopo l'udienza di mercoledì, durante la quale i tre periti nominati per una seconda indagine sui resti della bancaria di Marcon spiegheranno come mai non sono riusciti a stabilire la causa del decesso, depositerà subito gli atti dell'indagine. In modo da accelerare al massimo le tappe che dovrebbero portare Dekleva al rinvio a giudizio.
Da quel momento ci saranno venti giorni di tempo per gli avvocati difensori dell'informatore farmaceutico per conoscere le carte e dichiarare se il loro assistito voglia o meno essere interrogato. Poi sarà il gup, il giudice dell'udienza preliminare, a indicare la data dell'inizio del processo. Dopo la notifica di rinvio a giudizio devono passare ulteriori dieci giorni per permettere agli avvocati di prepararsi. Con ogni probabilità, quindi, si finirà a ridosso di Natale. Sempre se filerà tutto liscio e se il gup deciderà che il quadro indiziario a carico di Renzo Dekleva sia sufficiente per un rinvio a giudizio. Se ci sarà qualche intoppo, invece, l'arrestato potrebbe aspettare il proprio processo da libero.
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