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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sicurezza

Il prefetto: insistiamo con le operazioni ad alto impatto

Nel corso di un'audizione in Comune, Michele Di Bari ha spiegato che a Mestre non c'è un'emergenza sicurezza ma una situazione che va tenuta sotto controllo anche con politiche attive

L'attenzione sull'ordine e la sicurezza va mantenuta alta, così come i servizi ad "alto impatto" che permettono di allontanare spacciatori e piccoli criminali. Allo stesso tempo, dati alla mano, non si può dire che a Mestre ci sia un'emergenza su questo fronte. Lo fa presente il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, protagonista di un'audizione che si è tenuta il 3 maggio nella sala del Consiglio di Ca' Loredan. Rispondendo alle domande dei consiglieri il prefetto ha fatto notare, inoltre, che l'azione di controllo va affiancata «da politiche attive di rigenerazione urbana, attenzione al disagio, al degrado e ai luoghi di spaccio». Solo così, ha spiegato, «la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica può trovare compiutezza».

I controlli, ha precisato il prefetto, sono garantiti anche grazie alla smart control room della polizia locale, uno strumento «che non ha eguali in Italia e che ci dà cognizione un po' di tutto», con dati «che vanno intercettati e studiati, perché possono fornirci molte verità su ciò che accade in città». Questo non solo nell'ambito della sicurezza ma anche, ad esempio, in quello del turismo, perché permette di prevenire certi fenomeni potenzialmente rischiosi per l'incolumità pubblica. Tanto che la prefettura ha chiesto al ministro Piantedosi di potenziare ulteriormente la sala di controllo con altri finanziamenti e l'ampliamento della rete di videosorveglianza. In generale, il ministro dell'interno «ha dimostrato grande sensibilità» per le esigenze e le peculiarità di Venezia. In vista dell'estate, tra l'altro, dovrebbe inviare i consueti rinforzi da destinare alle località del litorale.

Arrivato a Venezia da pochi mesi, il prefetto Di Bari ha affrontato da subito la situazione del quartiere Piave: «Abbiamo iniziato con operazioni in quella zona ma anche altrove, silenziosamente e riservatamente». Gli indici di delittuosità sono in calo, ha chiarito, ma allo stesso tempo «si sta elevando l'asticella della percezione della sicurezza», alla quale «abbiamo l'obbligo di rispondere» anche attraverso la collaborazione con i cittadini: «Non possiamo avere un poliziotto in ogni casa», ma si può avere una costante cooperazione tra cittadini e forze dell'ordine. In riferimento ai fatti di Trivignano ha aggiunto che «ciò che è successo è intollerabile» e dimostra che «abbiamo il dovere di essere presenti anche in una manifestazione pacifica».

Su Venezia ha lodato il modello impiegato per la manifestazione degli anarchici del 25 marzo, quando è stato necessario tutelare una città che è «una cristalleria a cielo aperto». E se il sovraffollamento dato dal turismo può costituire un fattore di rischio, si deve rispondere «con una pianificazione attenta, anche dal punto di vista della protezione civile». Sempre per quanto riguarda Venezia, ha evidenziato il «risalto mediatico» degli episodi di borseggio e la decisione di «creare un focus, un piano di potenziamento della vigilanza nelle stazioni ferroviarie per avere condizioni di sicurezza e individuare i responsabili». «Valutiamo la possibilità - ha aggiunto - di adottare le misure della sorveglianza speciale, condizioni che permettono loro di non nuocere: non sempre la soluzione è di tipo penalistico ma si ottiene anche attraverso strumenti amministrativi di cui dispongono il questore e il prefetto».

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