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Cronaca Campo de l'Abazia

Nella Moschea si prega nonostante i divieti: "Politici e fanatici, zittitevi"

Rito collettivo venerdì nell'installazione della Biennale alla Misericordia: "Questa comunità chiede una moschea". La comunità locale: "Fedeli, lì non pregate più"

Arte o "vita vera"? Le decine di musulmani che venerdì mattina hanno raggiunto la "Moschea" all'interno della chiesa di Santa Maria della Misericordia non si sono posti granché questa domanda. Del resto le loro sono storie tutte diverse ma che poggiano su piccole esigenze quotidiane (al netto dei turisti incuriositi da quanto stava accadendo nell'installazione del padiglione islandese della Biennale). "A Mogliano hanno chiuso il circolo dove andavamo a pregare - racconta un giovane - la nostra comunità ha bisogno di un luogo adatto per praticare. Poi noi possiamo pregare ovunque comunque".

Dove ti giri le risposte sono le stesse, almeno tra chi vive nel Veneziano: "E' un bel posto qui - racconta una giovane donna con il velo, davanti a sé il Corano e una barriera che per la prima volta ha fatto capolino per dividere le appartenenti al gentil sesso dagli uomini - il bisogno c'è". Dunque venerdì mattina in tanti hanno pregato come se l'installazione artistica fosse un vera moschea. Come se tutto quello fosse "vero". Per loro lo era, del resto, anche se più tardi, in serata, è arrivato l'invito della comunità islamica locale a non farlo più, per non "inquinare il dialogo". L'imam Ali, islandese, che viene da molto lontano, durante la mattinata invece non si è sottratto davanti ai fedeli a rispondere a muso duro alle polemiche degli scorsi giorni durante la Jumu'ah, la preghiera collettiva: "Politici e fanatici tengano la lingua e le mani a posto", ha dichiarato microfono in mano. Una frase che lascia aperte varie interpretazioni, ma che naturalmente non è stata proferita a caso. Sul padiglione è arrivato infatti il divieto ai fedeli di pregare, un divieto che però è stato disatteso.

Chissà dunque se Ca' Farsetti (non c'era alcun rappresentante del Comune venerdì nella chiesa, a presidiare c'era la Digos) prenderà provvedimenti. Assenti anche gli esponenti della comunità islamica locale, che in serata ha invitato i propri fedeli a non pregare nel padiglione: "Nel rispetto della città di Venezia, dei buoni rapporti con la comunità tutta e per tranquillizzare le coscienze dei cittadini la Comunità Islamica si impegna a chiedere ai propri aderenti che vi si recassero di non praticare più alcuna rito religioso nel padiglione islandese, ad evitare fraintendimenti e strumentalizzazioni, che invece di favorire il dialogo interreligioso in città, lo inquinano - dichiarano i rappresentanti - chiediamo al contempo ai visitatori il dovuto rispetto all’opera, che riveste per noi un alto valore artistico e simbolico. Come Comunità siamo da sempre impegnati a promuovere la legalità, la solidarietà e la partecipazione attiva alla vita pubblica della città che abbiamo eletto a nostra casa comune e della quale facciamo parte a pieno titolo, da cittadini italiani, contribuenti, lavoratori, professionisti, imprenditori e genitori che guardano con amore al futuro di questa città unica al mondo".

Preghiera nella "moschea" veneziana

Dunque nessun esponente lagunare si trovava in "The Mosque", ma Ali, l'imam islandese, ha comunque continuato la propria predica. A finire nel mirino è stata quella parola: "fanatici". Chi intendeva? Uno strale contro i fondamentalisti islamici? Un risposta a chi si è agitato "troppo", a giudizio dell'imam, per quello che è un semplice luogo "bello" in cui pregare? Ciò che è sicuro è che il rappresentante islamico sapeva che davanti a sé aveva anche i media: "La cosa principale che vedo grazie a questa installazione è che i tanti islamici che vivono qui hanno bisogno di un luogo decente dove pregare, mentre tante chiese sono vuote. Fratelli e sorelle oggi molti dei presenti non sono musulmani, ma di differenti culture. Ciò è inusuale, ma speriamo che differenti culture imparino a vivere insieme come accade qui. I politici e i fanatici tengano la lingua e le mani a posto. Allah ci ha fatti diversi per poterci conoscere l'un l'altro, solo così si combatte il pregiudizio".

Da rilevare che nessun esponente ufficiale della comunità islamica veneziana ha deciso di presenziare alla preghiera "in laguna", preferendo evidentemente continuare a frequentare i luoghi considerati regolari dal Comune. "Non capisco tutto questo clamore - ha dichiarato il rappresentante della comunità islamica islandese Ibrahim Sverrir Agnarsson - questo è semplicemente un bel posto per pregare, forse tra i più belli d'Europa. Ma da musulmano posso pregare Dio ovunque. Tutto qui". Ma basta avvicinarsi a chi abita in laguna o in provincia per precepire un interesse comune: "Spero che non chiudano questo posto - continua il giovane di Mogliano - nei paesi arabi ci sono tante chiese e non vengono mai chiuse". Si avvicina un amico: "E' vero, abbiamo bisogno di un posto come questo dove pregare".

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