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Cronaca

Pasqua non porta il sold out negli hotel: "Colpa del terrorismo e della neve in montagna"

Secondo i dati dell'associazione albergatori a Venezia nel fine settimana santo è occupato l’85% delle stanze, meno degli scorsi anni. Tengono il mercato americano e quello orientale

La neve in montagna e le piste da sci ancora tutte aperte, le tensioni internazionali sull’asse America, Russia e Medio Oriente, il calendario che ha fatto cadere le festività pasquali in largo anticipo rispetto al solito. Sono le ragioni per cui, secondo l'associazione albergatori veneziana, non sarà tutto esaurito negli hotel per i giorni di Pasqua. I dati parlano di un tasso di occupazione delle camere d’albergo degli hotel associati nell’area della Città metropolitana pari all’85% per le tre notti (venerdì, sabato, domenica) che rappresentano il cuore della festa.

Vantaggio per i colleghi di Belluno

«Si tratta evidentemente di una Pasqua che, malgrado nel calendario sia “alta”,  rappresenta un momento di confronto negativo se messo di fronte ai dati dello stesso periodo del 2017 – spiega Vittorio Bonacini, presidente Ava -. Una situazione dalla quale di auguriamo non vengano penalizzati gli arrivi in Italia ma dovuta sostanzialmente al prolungarsi della stagione sciistica, che quindi gioverà agli amici albergatori delle Dolomiti e della provincia di Belluno che hanno sofferto lo scorso anno l’assenza di neve. Resta sempre tutta da valutare la carta della prenotazione “last minute”, sempre molto forte e presente sia sul web che per prenotazione diretta, variabile di fronte alla quale i nostri alberghi associati sono sensibili e pronti a prospettare le condizioni migliori senza mai a derogare ai presupposti della qualità».

Bene gli arrivi da Asia e Usa

Il mercato del turismo pasquale veneziano avrà facce diverse. «Stiamo ricevendo molte richieste dal mercato asiatico e orientale anche se quello americano è ancora abbastanza sostenuto e molto presente. Il mercato italiano è più o meno in linea con quello degli anni scorsi. C’è una certa tendenza per i nostri connazionali a sentirsi attratti dalle località sciistiche più che dalle città artistiche come Venezia.  Ma era previsto. La flessione anche su scala stagionale per il mercato straniero dipende, comunque, da una serie di fattori più complessi che non si limitano al calendario. Il 2018, secondo i dati a nostra disposizione, in questo momento ha una proiezione meno interessante rispetto al 2017. Ad incidere sono tensioni internazionali, la politica americana nei confronti della Russia. La situazione economico italiana non ancora chiarita, il Def non approvato. Sappiamo che la tensione internazionale, per quanto riguarda i temi legati al terrorismo, ha un rischio ancora molto elevato e riscontriamo con preoccupazione una rinnovata recrudescenza di antisemitismo che speravamo cancellata. E’ evidente che fenomeni come questi incidono sul mercato turistico e scuotono gli ambiti culturali europei».

Turismo in terraferma

La situazione per Pasqua replica quella della città storica. «Il trend anche in questo caso continua a rimanere non entusiasmante.  Riteniamo possa essere imputabile, come sopra, al grande richiamo della parte montagna. Vedremo i prossimi giorni se qualcosa cambierà. Di certo ci attenderà, poi, il vero inizio della stagione turistica a partire da metà aprile».

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