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Cronaca

Tante iniziative culturali per i 500 anni del ghetto. "Ma nessuna nostalgia"

Si è tenuta a Roma, nella sede dell'Associazione della stampa estera, la conferenza di presentazione degli eventi organizzati per celebrare il mezzo millennio del quartiere

I cinque secoli del primo ghetto del mondo. Si è tenuta mercoledì mattina a Roma la conferenza stampa di presentazione degli eventi con cui l'Unione delle comunità ebraiche italiane intende festeggiare il cinquecentenario del ghetto di Venezia. Mezzo millennio di storia densa di ostacoli, di straordinari personaggi e di architetture riconoscibilissime. E, tanto perché sia chiaro, il presidente Renzo Gattegna lo specifica fin da subito: "Gli ebrei non hanno alcuna nostalgia del ghetto". Un luogo che, pur nel suo grande contributo di storia e cultura, ricorda di come gli appartenenti a quella comunità fossero confinati ad abitare entro un certo perimetro e completamente rinchiusi durante la notte.

Nella sede dell'Associazione della stampa estera, a partire dalle 11.30, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nonché Donatella Calabi, curatrice della mostra "Venezia, gli Ebrei e l'Europa. 1516-2016" e Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia.

Tra i progetti principali sviluppati, promossi dal comitato "I 500 anni del Ghetto di Venezia", ci sono manifestazioni e iniziative culturali e artistiche volte ad approfondire, divulgare ed elaborare creativamente i temi collegati ad un quartiere dall'importanza unica nella storia europea, con progetti che affrontino temi di interesse nazionale e internazionale. Si ricordano, tra gli altri, la mostra "Venezia, gli Ebrei e l'Europa. 1516-2016" in programma a Palazzo Ducale, il concerto inaugurale in programma al Teatro La Fenice, una settimana shakespeariana dedicata al Mercante di Venezia, il restauro, l'ampliamento e il rinnovamento del locale Museo ebraico.

"Siamo di fronte a una ricorrenza dai significati molteplici - ha spiegato Zaia - con la quale però prima di tutto bisogna ricordare ancora una volta, per non dimenticare mai un orrore senza pari, la Shoah, l’Olocausto, le persecuzioni e il ghetto come luogo di reclusione. Che siano e rimangano il passato ha detto Zaia perché il futuro deve essere un impegno universale per respingere l’antisemitismo e soffocare con la forza della storia e della testimonianza le teorie negazioniste che hanno ripreso a fare capolino. Come Regione - ha poi aggiunto - siamo impegnati per una valorizzazione storica e culturale dell’identità ebraica, una comunità da sempre ben integrata e legata alla storia della Repubblica Serenissima, in un’epoca nella quale in Spagna, in Germania e in Inghilterra si praticava la persecuzione. Venezia e il Veneto - ha concluso - sono peraltro storiche culle di civiltà e di culture diverse. A Venezia, non a caso, oltre al Ghetto Ebraico, esistono anche il Fontego dei Tedeschi, quello dei Turchi e via dicendo. E proprio da Venezia è anche partita la più grande produzione letteraria ebraica italiana ed europea. Qui è stato ideato non meno del 50% di queste opere".

A prendere la parola, poi, è stato il primo cittadino lagunare. "A Venezia si testimonia come la comunità ebraica sia riuscita a scrivere la storia della Repubblica Veneziana - ha spiegato Bugnaro - È di fondamentale importanza accendere i riflettori su come al giorno d’oggi testimoniare l’appartenenza alla comunità ebraica può essere in Europa un problema, anche di sicurezza. Proprio per questo - ha continuato - nella giornata della memoria ho indossato la kippah, per testimoniare la mia solidarietà e quella dell’intera città. Venezia è sempre stata una città di integrazione, e vogliamo lo sia sempre. Integrazione non significa che non ci debbano essere regole, significa che ci deve essere rispetto e sicurezza. Il Comune di Venezia - ha poi concluso - dà il massimo sostegno per la divulgazione di tutte le iniziative in programma, in quanto esperienza da condividere con tutti".

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