rotate-mobile
Cronaca

Il nuovo prefetto fissa il primo comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica

Il capo di Ca' Corner ha tenuto giovedì pomeriggio il primo incontro con i giornalisti, analizzando le priorità nel territorio

«Sono davvero onorato di essere qui, per chi lavora nella pubblica amministrazione è una grande sfida». Con queste parole il nuovo prefetto di Venezia, Michele Di Bari, ha introdotto un incontro con la stampa locale a pochi giorni dal suo insediamento alla guida di Ca' Corner, prima di approfondire le questioni più urgenti sulle quali dovrà porre la propria attenzione.

Tra le priorità, l'ordine e la sicurezza pubblica a Mestre: non potrebbe essere diversamente alla luce degli episodi di quotidiano degrado, violenza e microdelinquenza che caratterizzano il quartiere a ridosso della stazione ferroviaria, via Piave in particolare. «Ma un'attenzione particolare è necessaria anche in altri comuni della città metropolitana, in cui ci sono situazioni che vanno seguite da vicino». Di Bari ha annunciato già per la prossima settimana un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica (Cosp) e l'intenzione di mettere a terra dei piani di prevenzione del territorio che sono in fase di organizzazione. Tra le misure, arrivano conferme sulle intenzioni del prefetto di portare avanti la discussione sul progetto "Stazioni sicure", già applicato negli scali di Roma, Milano e Napoli.

Capitolo turismo: per Di Bari «l'intuizione dell'amministrazione comunale nella razionalizzazione dei flussi è buona. Ho conosciuto il comandante del corpo dei vigili urbani e so che qui a Venezia c'è una delle cabine operative più organizzate d'Italia, convenzionata con 17 comuni metropolitani: questo di certo aiuterà a trovare il percorso più idoneo». Sotto la lente del nuovo prefetto finirà ben presto anche il fenomeno migratorio, che a sua detta non sembra in una fase critica. «Dai numeri che abbiamo - ha spiegato - c'è un notevole flusso di migranti, ma non siamo in conclamata emergenza». Di Bari crede piuttosto che sia necessario puntare l'attenzione sulla fase successiva all'accoglienza: «È lì che servono azione sinergiche e di coinvolgimento. Nei prossimi giorni mi incontrerò con gli altri prefetti per fare il punto della situazione».

Fari puntati anche sulle infiltrazioni mafiose:  «Dobbiamo distinguere due fasi: - ha precisato, riferendosi anche al processo ai Casalesi di Eraclea in corso di svolgimento - c'è l'azione di magistratura e forze di polizia, che stanno realizzando risultati; poi c'è la questione che riguarda il prefetto, nel caso in cui ci sia una declinazione di stampo mafioso nelle amministrazioni locali. È un tema delicato, che affronteremo con grande attenzione. Il prefetto non ha la sfera di cristallo, - ha aggiunto - ma modula la sua azione nella misura in cui vengono presentate relazioni su determinate situazioni. Io leggo che c'è un monitoraggio continuo, che deve essere sempre più incisivo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il nuovo prefetto fissa il primo comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica

VeneziaToday è in caricamento