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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Mafia, il direttore centrale anticrimine: «In Veneto si parli di presenza, non di infiltrazioni»

Secondo il prefetto Francesco Messina, l'agire mafioso è diverso da quello tradizionale. Focus su false fatturazioni, spaccio e fondi del Pnrr

«In Veneto non si può parlare di infiltrazioni mafiose, ma di presenza. Credo che nessuno si possa tirar fuori dalla responsabilità di ammettere che il livello dell'asticella si è alzato». Lo ha detto oggi a Venezia il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine, in occasione della cerimonia di saluto al commissario capo della squadra mobile, Fabio Zocco, andato in quiescenza dopo 30 anni di attività al servizio della questura lagunare.

Messina: «Presenze chiare che vanno controllate»

Per Messina, nel territorio Veneto non si riscontra l'agire mafioso tradizionale, a differenza di altre realtà del Nord, come Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte: «In queste aree - ha precisato - ci sono le stesse strategie che si esercitano in altre parti d'Italia, soprattutto nei territori di provenienza». La minaccia nella nostra Regione sarebbe invece di altro stampo: «Ci sono presenze chiare - ha proseguito - che vanno controllate e contrastate, perché il fenomeno mafioso è camaleontico. Mi riferisco in particolare ai casi di fatturazione falsa e di spaccio, ambiti in cui l'attenzione deve essere massima».

Se la situazione in Veneto appare «migliore» rispetto ad altre Regioni, «le forze dell'ordine sono al lavoro e la magistratura è sul pezzo». In questo periodo delicato, secondo il prefetto l'attenzione deve essere rivolta in particolar modo alle piccole e medie imprese, specie per le grandi quantità di denaro in arrivo con i fondi del Pnrr: «L'attenzione e la sensibilità rispetto all'agire di queste organizzazioni mafiose - ha concluso Messina - è massima anche in questo contesto».

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