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Cronaca campo Santa Maria Maggiore

Scoppia la protesta dei pentolini al carcere di Venezia: fronte unico tra detenuti e avvocati

Presidio a Santa Maria Maggiore della Camera penale lagunare, al pari di altre città italiane. Si chiede la riforma del sistema penitenziario. I carcerati si sono fatti rumorosamente sentire

Protesta da dentro, ma protesta anche da fuori. Mercoledì mattina è stato organizzato un presidio davanti al carcere di Santa Maria Maggiore organizzato dala Camera Penale Venezia per concentrare l'attenzione sulla "mancata riforma dell'ordinamento penitenziario. Protestiamo contro quella colpevole disinformazione che ha presentato la riforma come uno svuota carceri", si legge in una nota inviata per anticipare l'iniziativa.

"Puntare sulle misure alternative"

Le case circondariali, è stato sottolineato, a causa del sovraffollamento cronico, non sarebbero più un luogo di rieducazione in vista di un reinserimento in società. Chi manifestava mercoledì chiede di puntare in maniera più energica sulle misure alternative, in grado di garantire superiori possibilità di un recupero sociale. L'iniziativa costituisce il "clou" di una due giorni di iniziative che ha avuto respiro nazionale: in concomitanza gli avvocati penali si sono astenuti dalle udienze.

Rumorosa risposta dei detenuti

All'iniziativa ha aderito il gruppo di lavoro "Il servizio sociale del Ministero della Giustizia" attivato dall'Ordine degli assistenti sociali del Veneto, oltre che i sindacati di categoria, ma soprattutto si è registrato l'appoggio anche di quanti mercoledì mattina hanno assistito al presidio da dietro le sbarre: i carcerati hanno preso in mano i loro pentolini metallici e hanno iniziato a sbatterli ripetutamente contro le inferriate. I fronti della protesta si sono uniti al di qua e al di là del perimetro del carcere. 

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