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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Personale scarso, sicurezza a rischio": presidio dei poliziotti davanti alle questure

Iniziativa in programma il 3 marzo dalle 9 alle 13 in tutte le città venete. Denuncia Cgil: "Questo decreto è irricevibile. Carriere bloccate, organici carenti, età media elevata"

Problemi di organici, di mezzi e di strutture: questioni strutturali che hanno convinto i rappresentanti dei lavoratori della polizia di Stato aderenti a Silp Cgil a manifestare contro un decreto legislativo definito "irricevibile". "Abbiamo l'occasione - scrive in un comunicato Fabio Malaspina, segretario veneto del sindacato - di ottenere un riordino interno delle carriere necessario per far funzionare meglio le forze dell'ordine; invece nei giorni scorsi il consiglio dei ministri ha emanato uno schema che ci penalizza ancora di più".

Per questo nella mattinata di venerdì 3 marzo gli agenti si daranno appuntamento davanti alle questure per un presidio con volantinaggio. L'iniziativa si svolge contemporaneamente in tutta Italia. In ballo c'è quasi un miliardo di euro da destinare alla riforma dei ruoli e delle qualifiche. Solo che, secondo il sindacato, il decreto intende impiegare queste risorse in modo sbagliato: "Il riordino non sana le sperequazioni che continuano a perpetrarsi dal 1995; non risolve il problema di 20 anni di mancati concorsi e progressioni in carriera; non valorizza adeguatamente le professionalità e i titoli; mortifica tutti i ruoli, dall’agente al sovrintendente, all’ispettore; non risolve i problemi e le sperequazioni dei ruoli tecnici".

"Un agente deve avere una possibilità concreta di progredire in carriera - si legge nella nota - e non rimanere bloccato a vita perché non si fanno i concorsi interni necessari. L'intero sistema polizia di Stato deve funzionare in maniera più efficiente e per farlo il personale in divisa va fatto crescere professionalmente e culturalmente". 

"La polizia è sempre più anziana - conclude il sindacalista -, l'età media è di 47 anni e con 18mila poliziotti in meno in tutta Italia, in un contesto di esigenze crescenti in materia di sicurezza. L'azione di protesta del 3 marzo è solo il primo passo della mobilitazione: i toni sono destinati ad aumentare se le nostre richieste non troveranno ascolto".

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